Lunedì 16 Giugno 2025
Giancarlo Ricci
Tech

Digitalizzazione dei Comuni: l’effetto PNRR accelera l’innovazione nelle città italiane

Nord e Sud più vicini: aumentano i piccoli centri e le città del Mezzogiorno ad alto livello digitale

Fabio Meloni, CEO di Deda Next

Fabio Meloni, CEO di Deda Next

Negli ultimi anni, la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana ha subito un’accelerazione senza precedenti, trainata in larga parte dalle risorse e dalle strategie del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La settima edizione dell’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo, realizzata da FPA per Deda Next e presentata a FORUM PA 2025, fotografa con chiarezza i progressi compiuti e le sfide ancora aperte per i 110 principali centri urbani italiani.

Cosa misura l’indagine e perché è importante

L’indagine utilizza l’indice Ca.Re. (Cambiamento Realizzato), uno strumento che valuta il livello di digitalizzazione delle amministrazioni comunali secondo tre dimensioni fondamentali:

  1. Servizi digitali al cittadino (Digital Public Services): qualità e quantità dei servizi online offerti dai Comuni.
  2. Integrazione con le piattaforme nazionali (Digital PA): grado di collegamento con strumenti come pagoPA, app IO, identità digitale (SPID/CIE), notifiche digitali e la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND).
  3. Gestione dei dati e interoperabilità (Digital Data Gov): capacità dei Comuni di pubblicare dati aperti e di integrare i propri sistemi con quelli di altre amministrazioni.

Questo modello permette alle amministrazioni di confrontarsi tra loro, individuare punti di forza e aree di miglioramento e indirizzare nuovi investimenti per servizi sempre più efficienti e inclusivi.

I principali risultati del 2025: crescita e riduzione dei divari

Nel 2025, ben 50 Comuni capoluogo hanno raggiunto un buon livello di maturità digitale, quasi il doppio rispetto ai 29 del 2024. Altri 41 centri si collocano nella fascia medio-alta e 18 in quella medio-bassa, mentre solo un Comune resta nella fascia più bassa. Questo risultato rappresenta un salto di qualità importante, soprattutto considerando che nel 2024 solo 3 piccoli Comuni e 3 città del Mezzogiorno avevano raggiunto il livello “buono”, mentre oggi sono rispettivamente 8 e 11.

Le città più avanzate includono grandi centri come Milano, Bologna, Roma, Firenze, Genova e Torino, ma anche realtà di medie e piccole dimensioni come Lodi, Piacenza, Pistoia, Nuoro e Vibo Valentia. Questo dimostra che la digitalizzazione non è più appannaggio esclusivo delle metropoli, ma si sta diffondendo anche nei territori più piccoli e periferici.

I fattori del progresso: PNRR e piattaforme digitali

L’accelerazione è stata resa possibile soprattutto grazie alle risorse del PNRR e alle misure di PA Digitale 2026, che hanno permesso di finanziare progetti di innovazione in quasi tutti i Comuni italiani. In particolare:

  • Servizi digitali: il numero di città con un’offerta digitale di alta qualità è salito da 35 a 67. Oltre 32 Comuni hanno raggiunto il punteggio massimo nella qualità dei portali online, anche grazie all’adozione di template finanziati dal PNRR. La media dei servizi digitali disponibili per cittadino è cresciuta da 15 a 16.
  • Integrazione con piattaforme nazionali: cresce l’adozione di strumenti come pagoPA, app IO e notifiche digitali. Le città nella fascia più alta sono 37, mentre quelle in fascia medio-alta sono salite a 60. Nessun Comune si trova più in fascia bassa.
  • Gestione dei dati e interoperabilità: qui la crescita è più lenta, ma significativa. I Comuni che pubblicano open data sono passati da 75 a 83, e quelli attivi sulla PDND sono aumentati da 30 a 84. I servizi digitali interoperabili sono cresciuti da 147 a 420, e la media dei servizi fruiti da altre amministrazioni è salita a 9,3 per Comune.

Riduzione dei divari territoriali e demografici

Un dato particolarmente positivo è la riduzione dei gap storici tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli centri. Se il Settentrione continua a guidare la classifica, il Mezzogiorno mostra progressi evidenti, con 11 città tra le più digitali rispetto alle 3 dello scorso anno. Anche i piccoli Comuni stanno colmando il divario, grazie a una crescita più rapida nell’offerta di servizi online e nell’integrazione con le piattaforme nazionali.

Le sfide future: sostenibilità e cultura digitale

Secondo Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA, la vera sfida dei prossimi mesi sarà garantire la sostenibilità tecnica, economica e organizzativa delle soluzioni adottate, per evitare che i progressi si disperdano al termine della stagione straordinaria del PNRR. Fabio Meloni, CEO di Deda Next, sottolinea l’importanza di trasformare l’innovazione tecnologica in una vera e propria cultura della gestione pubblica, in cui il dato diventi una risorsa condivisa e l’interoperabilità una prassi quotidiana.

“La digitalizzazione ha smesso di essere un insieme di interventi per diventare un processo sistemico di evoluzione amministrativa. Ora la vera sfida è rendere strutturale questa trasformazione, garantendo la sostenibilità tecnica, economica e organizzativa delle soluzioni adottate” – Fabio Meloni, CEO Deda Next.

L’indagine 2025 certifica dunque che la digitalizzazione dei Comuni capoluogo italiani è ormai un processo maturo, diffuso e in continua evoluzione. Grazie al PNRR e all’impegno delle amministrazioni, i servizi digitali sono sempre più accessibili, integrati e orientati al cittadino. Tuttavia, per consolidare questi risultati e trasformarli in un patrimonio duraturo, sarà fondamentale investire nella formazione, nella cultura digitale e nella sostenibilità delle soluzioni adottate. Solo così la Pubblica Amministrazione potrà continuare a essere motore di innovazione e crescita per tutto il Paese.