Venerdì 19 Aprile 2024

Svolta Ue: stop ai contenuti illegali in rete

La Commissione Europea sta per varare il Digital Service Act, un disegno di legge che regolamenta la diffusione dei contenuti su internet

La sede della Commissione Europea a Bruxelles

La sede della Commissione Europea a Bruxelles

Rendere Internet un posto più sicuro e proteggere i cittadini europei da prodotti e contenuti illegali garantendo sempre la libertà di espressione online. È questo, in estrema sintesi, lo scopo del Digital Service, il disegno di legge al vaglio della Commissione Europea che vuole impedire la diffusione di materiale illegale su internet. Il principio alla base del provvedimento è chiaro: tutto quello che è proibito nella vita reale deve esserlo anche in rete. Dovrebbe entrare in vigore entro la fine di giugno 2022. Il Digital Service Act al vaglio della Commissione Europea Si terrà domani a Bruxelles il voto sul disegno di legge che regolamenta la pubblicazione dei contenuti su internet. Il provvedimento, spiega Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea, deve ribadire un concetto che molte volte si dimentica quando si parla della rete: “ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online”. Sanzioni pesanti per chi trasgredisce alle regole Il Digital Service Act sarà votato in Commissione nei prossimi giorni e dovrebbe entrare in vigore, secondo quanto dichiarato da Thierry Breton - commissario europeo per il mercato interno e i servizi della commissione UE – “sotto la Presidenza francese entro la fine di giugno”. Si tratta, secondo Breton di “un passo storico verso la fine del Far West che domina il nostro spazio informativo”. L’approvazione e la successiva entrata in vigore del Digital Service Act creerà in Europa – secondo il commissario europeo per il mercato interno e i servizi della commissione UE – “un sistema innovativo con regole chiare per la rimozione di tutto ciò che è illegale con un semplice principio: ciò che è vietato offline deve essere proibito online”. Secondo la nuova normativa allo studio a Bruxelles, la Commissione – si legge nelle dichiarazioni di Breton – “avrà poteri di sorveglianza e sanzione, con multe fino al 6% del fatturato annuo o anche l’esclusione temporanea dal mercato interno in caso di violazioni gravi e continuate”. Breton ha lanciato anche un ulteriore motivo alle Big tech che pensano di eludere il provvedimento spostando le loro sedi fuori dal territorio dell’Unione. “Queste regole – ha sottolineato il Commissario UE – saranno applicate uniformemente in tutta l’Ue, per evitare che le piattaforme si stabiliscano in Paesi che sarebbero considerati più ‘benevoli'”.