
I lavori di realizzazione dell'Einstein Telescope dovrebbero iniziare entro il 2030
Il “Telescopio di Einstein” (Einstein Telescope) è probabilmente il progetto europeo più ambizioso nel campo dell’astrofisica gravitazionale. Non si tratta di un telescopio nel senso tradizionale perché non osserva la luce visibile, ma è un rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione. Queste onde, previste da Albert Einstein nella sua teoria della relatività generale, sono increspature nello spazio-tempo causate da eventi cosmici estremi, come la fusione di buchi neri o stelle di neutroni.
Un telescopio per “ascoltare” l’universo
L’Einstein Telescope (ET) sarà in grado di “ascoltare” l’universo in un modo completamente nuovo, andando ben oltre le capacità degli attuali strumenti, tanto che si si stima che avrà una sensibilità almeno 10 volte superiore, permettendo di captare segnali da miliardi di anni luce di distanza, fino ai primi istanti dopo il Big Bang.
Il telescopio sarà sotterraneo, con tunnel a forma di triangolo lungo 10 km per lato. Questa forma particolare servirà a minimizzare i disturbi ambientali e massimizzare la precisione delle rilevazioni. Il costo stimato dell’opera si aggira intorno ai 2 miliardi di euro, un investimento che l’Europa considera strategico non solo per la scienza, ma anche per l’innovazione tecnologica, lo sviluppo economico e la formazione. Si prevede che la costruzione porterà benefici occupazionali e scientifici nelle aree coinvolte.
Dove sarà costruito e quando?
Attualmente il progetto è in fase di valutazione per quanto riguarda la localizzazione. Due sono le aree candidate principali: la regione Euregio Meuse-Reno al confine tra Belgio, Germania e Paesi Bassi, e la Sardegna, con il sito di Sos Enattos in provincia di Nuoro. Entro il 2026 sarà deciso quale dei due siti ospiterà questa innovativa tecnologia. Parallelamente alla selezione del sito, i partner scientifici del progetto stanno lavorando alla stesura di un Technical Design Report (TDR), che definirà, tra le altre cose, le analisi di sicurezza, le specifiche per le infrastrutture sotterranee nonché i costi e tempi di realizzazione. I lavori dovrebbero iniziare tra il 2028 e il 2030.
Il ruolo del Cern di Ginevra
Il Cern è coinvolto in questo processo, in particolare per le competenze in ambito di sicurezza e ingegneria. In questo ambito, la struttura con sede a Ginevra e gli altri partner del progetto collaboreranno agli studi di sicurezza e ingegneria necessari per l’elaborazione di un rapporto tecnico preliminare di progettazione. “Questa collaborazione è in linea con l’esperienza, la missione e i lavori in corso del Cern sul progetto del Future Circular Collider (FCC), e rappresenta un’opportunità unica per sfruttare importanti sinergie nelle infrastrutture sotterranee e nei sistemi di sicurezza su larga scala” ha detto Jean-Philippe Tock del dipartimento di Ingegneria del CERN.