Antitrust, gli Usa aprono inchiesta sui colossi hi tech

Nel mirino del Dipartimento della Giustizia americano Apple, Amazon, Google e Facebook

Wall Street, foto di repertorio (Ansa)

Wall Street, foto di repertorio (Ansa)

Washington, 23 luglio 2019 - Prende il via per iniziativa del Dipartimento della Giustizia americano una indagine antitrust che vede nel mirino le maggiori aziende tecnologiche. Lo riporta il Wall Street Journal citando fonti secondo le quali le autorità Usa hanno deciso di verificare in maniera approfondita se le grandi compagnie del comparto tecnologico, che si sono affermate a ritmi esponenziali, hanno rispettato le regole del mercato o soffocato illegalmente la concorrenza. L'indagine mette sotto pressione Apple, Amazon, Google e Facebook, ma anche altri giganti della new economy che nei rispettivi settori ormai regnano incontrastate a livello mondiale, ricavando profitti stellari, e oggi si ritrovano praticamente senza rivali.

L'affondo sulla Silicon Valley arriva proprio quando sembra imminente una stangata da 5 miliardi di dollari a Facebook per la questione della privacy degli utenti. L'indagine sulle grandi aziende tecnologiche, spiega il Dipartimento di Giustizia in una nota, punta ad accertare come le maggiori piattaforme tecnologiche abbiano potuto raggiungere l'attuale posizione dominante nel mercato, se hanno attuato o meno pratiche per contenere la concorrenza, ostacolare l'innovazione e in generale se siano state messe in atto politiche a danno dei consumatori.

L'obiettivo dell'indagine, aggiungono le autorità americane, è una valutazione dell'offerta online per assicurare che gli utenti abbiano accesso a mercati in cui le aziende competono sulla base dei meriti e dei servizi offerti. Se fossero accertate violazioni, il Dipartimento procederà chiedendo opportuni correttivi. Una esigenza emersa di recente con Libra, la criptovaluta della società di Mark Zuckerberg. Per un altro colosso, Amazon, ci sono state difficoltà con l'amministrazione Trump, dato lo scetticismo del presidente contro il miliardario Jeff Bezos, patron del commercio elettronico, che è pure editore proprietario del Washington Post. Per Apple alle prese con i dazi e di una nuova vita dopo l'iPhone, l'inchiesta, secondo gli analisti, rischia di rappresentare una distrazione. Lo stesso per Google. Le ripercussioni a Wall Street si sono fatte sentire in chiusura, ma neanche troppo. Apple nelle contrattazioni after hours ha perso lo 0,96%, Amazon l'1,08%, Google l'1,21% e Facebook l'1,56%.