{{IMG_SX}}MILANO, 10 APRILE 2008 - Vessato, perseguitato e molestato per mesi dai compagni di scuola senza che i professori facessero nulla. Lo denucia di un ragazzino bulgaro adottato da una famiglia italiana  perseguitano da mesi con insulti e provocazioni - arrivando persino a bruciargli i capelli all'altezza della fronte - tanto da trasformare ogni intervallo dalle lezioni in un incubo. Lo deridono e lo scherniscono - nel silenzio dei compagni e dei professori - tanto da farlo decidere di non andare piu' a scuola. Succede, nell'ennesimo caso di bullismo, a Daniele, sedicenne bulgaro adottato da una famiglia italiana, studente in un istituto per arti grafiche di Milano.

Il ragazzino vive, da anni, una situazione estremamente difficile, costretto a subire le angherie dei compagni di classe sin da quando frequentava le scuole primarie.
''Alle elementari - spiega al quotidiano - mi davano del ritardato perche' non parlavo bene l'italiano, alla medie del gay, per il liceo artistico 'non ero portato' e mi hanno bocciato, ora mi vessano in tutti i modi: perche' sempre io''.
Preso di mira da alcuni bulli - ''sono in tre a perseguitarmi. Mi hanno perfino rubato una decina di euro dalla giacca, giusto per divertirsi'' - il giovane chiede ''solo di essere lasciato in pace. Ma i professori sembrano non accorgersi di nulla''.
Nonostante le vessazioni subite dai tre, persino la bruciatura dei capelli sulla fronte in seguito al ''gioco della torcia'', i genitori del ragazzo non hanno intenzione di sporgere denuncia, ''non ancora almeno'', malgrado l'assenza di una presa di posizione da parte della scuola.

''La preside - spiega la mamma al quotidiano milanese - ci ha detto che sono tutte fantasie e che mio figlio ha bisogno di una insegnante di sostegno, ma Daniele non e' un disabile.
Dopo le nostre lamentele - aggiunge - l'unico risultato e' stata una pagella coi i voti abbassati''.