Giovedì 18 Aprile 2024

Zana rilancia: "Anno d’oro, ma è solo l’inizio"

La promessa veneta passa al Pro Tour dopo aver vinto il tricolore con la Bardiani: "Spero di poter correre il Giro e fare bene"

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di Angelo Costa

Che Filippo Zana sia stato uno dei ciclisti italiani più convincenti dell’ultima stagione lo dicono i risultati: a 23 anni, il veneto ha vinto campionato italiano e Adriatica Ionica Race, vestendo l’azzurro ai Mondiali come riserva. Tutto questo un anno dopo esser salito sul podio al Tour de l’Avenir, chiuso al terzo posto.

Nel modesto panorama nazionale, una stagione così è un segnale di speranza: specialmente quando a spedirlo è un giovane. Pronto adesso a sbarcare nel Pro Tour, l’elite della bici mondiale: il ragazzo di Thiene sbocciato alla Bardiani Csf Faizanè, storica culla della famiglia Reverberi, nella prossima stagione correrà accanto a Simon Yates nella BikeExchange.

Zana, che 2022 archivia?

"Un anno indimenticabile, dove ho conquistato la vittoria più bella, la maglia tricolore, un sogno che avevo da bambino. Ma anche un anno di alti e bassi".

In che senso?

"Ho iniziato abbastanza bene, ho proseguito peggio perché il Giro non è andato come volevo, poi ho avuto un mese super dove ho vinto Adriatica Ionica e campionato italiano, infine ho pagato il conto alla stanchezza".

Guardando il suo cammino, verrebbe da dire che anche nel nostro ciclismo qualcosa, anzi qualcuno si muove…

"Non siamo messi così male, qualche italiano c’è e si fa valere. Non abbiamo il fenomeno di turno, i Pogacar e gli Evenepoel per intenderci: speriamo che sia già nato e si riveli presto".

Cosa le fa vedere rosa?

"Nelle corse di un giorno gente come Bagioli, Battistella e Piccolo il naso davanti l’ha messo. Dopo l’addio di Nibali, non abbiamo un corridore già pronto per le gare a tappe".

Potrebbe essere Zana, che i suoi tre Giri d’Italia li ha finiti tutti facendo ogni anno meglio del precedente?

"I progressi ci sono stati, l’esperienza aiuta. Ma per far classifica bisogna migliorare ovunque, in salita e a crono. Ci sto lavorando, c’è tanto da fare: chi vince i Giri oggi è dieci spanne sopra gli altri, spero col tempo di colmare un po’ il divario. Sarebbe già importante per il nostro ciclismo riportare un giovane nei primi dieci".

Primi tre anni da pro alla Bardiani Csf Faizanè: cosa le lasciano?

"La squadra di Reverberi mi ha fatto crescere tanto, dandomi il tempo per farlo e offrendomi più di una chance. Ho aiutato e sono stato aiutato, ho fatto esperienza e ho pure commesso errori, ma si impara anche da quelli".

Che cosa si aspetta dal salto nel Pro Tour?

"Di migliorare ancora, perché di imparare non si finisce mai. Avrò accanto grandi campioni, dovrò sfruttare questo privilegio cercando di carpire da loro più segreti possibile".

La speranza?

"Poter correre il Giro e far bene. Anche perché indosso il tricolore".

Oltre che su Zana, l’Italia su chi dovrà puntare nel 2023?

"‘Alcuni nomi li ho già fatti, aggiungerei Covi, Dainese, Tiberi e Mozzato, che negli ordini d’arrivo c’è spesso. Il ciclismo è fatto di cicli, qui si spera di iniziarne presto un altro: un po’ come la Borsa, si va giù e si torna su".

Che cosa manca?

"Avere una nostra squadra nel Pro Tour aiuterebbe: sono convinto che se gli italiani migliori corressero insieme, darebbero più del cento per cento".

Zana, che anno sarà?

"Mi auguro di rinascita per il nostro ciclismo. Per me di continua evoluzione: dovrò imparare a lavorare per grandi campioni, con la speranza di avere qualche occasione per mettermi in mostra".