Giovedì 18 Aprile 2024

Yeman ed Elena, un gran finale da scrivere

Europei: Crippa tra i favoriti dei 10.000, Vallortigara cerca un altro exploit nell’alto dopo il bronzo iridato. Delusione Stano: 8° nella 20 km

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di Paolo Grilli

Le nuove meraviglie di Jacobs e Tamberi , artefici di un doppio Euroriscatto d’oro, non potranno che aver dato un booster di motivazione a una squadra azzurra d’atletica sempre in piena vocazione da impresa. E’ l’ultima giornata della rassegna continentale di Monaco di Baviera e i due assi da calare sono per noi Yeman Crippa ed Elena Vallortigara.

Il fondista, appena messo la collo il bronzo dei 5.000, aveva avvertito tutti: "Domenica ci divertiremo". Stasera ci sono i 10.000, gara a lui più congeniale se è vero che da tempo ha saggiato – anche qui con tanto di record italiano – anche le fatiche della mezza maratona. Ai Mondiali di Eugene di luglio l’azzurro non è potuto andare per guai fisici, ma l’impressione è che la sua forma per l’appuntamento bavarese sia stata calibrata quasi alla perfezione. Quattro anni fa l’ex calciatore di origine etiope, uno che ama sorridere ma con l’animo d’acciaio, arrivò terzo nella distanza più lunga in pista. C’è da scommettere che oggi vorrà solo migliorare.

Un bronzo ancora più nobile l’ha vinto Elena Vallortigara, ai Mondiali di Eugene nell’alto femminile. La sua storia di riscossa l’ha già vergata con traiettorie incantevoli in cielo, oggi può dare un’altra pennellata alla sua rinascita di atleta dopo innumerevoi stagioni costellate da infortuni. Ma ci sono contro le ucraine Mahuchikh, Gerashchenko e Levchenko, l’inglese Lake, la bulgara Demireva, la britannica Morgan Lake.

Da seguire con grande attenzione Simone Barontini nella finale degli 800, uno in rampa di lancio.

Ieri è invece arrivata una delusione inaspettata per Massimo Stano, che alla partenza della 20 km di marcia arrivava da campione olimpico in carica e dopo l’oro forse inatteso sulla 35 km iridata a Eugene. E’ arrivato ottavo, ben lontano dal vincitore spagnolo Alvaro Martin.

"Ho dato il massimo ma le gambe non rispondevano – ha detto candidamente il campione pugliese –. Probabilmente qualcosa è stato perso in questo mese dopo Eugene: meglio che sia accaduto oggi e non ai Mondiali.

Con la maglia dell’Italia devo sempre terminare la gara e sono soddisfatto almeno di questo, di esserci riuscito. Meglio di così non potevo fare, pazienza. Non siamo invincibili".

Ci si poteva aspettare di più anche dalla 4x400 maschile, priva dell’infortunato Sibilio: l’ottavo posto in finale mette un po’ l’amaro in bocca.