Martedì 16 Aprile 2024

Wembley è azzurro: l’Italia torna campione

Segna Shaw dopo 2’, pari Bonucci nella ripresa: si arriva ai rigori dove Donnarumma con due parate ci regala il trofeo che mancava dal ’68

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di Paolo Franci

Alzala quella coppa capitan Chiellini, alzala! Falla vedere al mondo! L’abbiamo vinta a casa loro ai rigori, l’abbiamo voluta e meritata sin dal primo giorno, dando spettacolo, giocando il calcio più bello, costringendo gli altri, tutti gli altri, a cambiare il loro modo di giocare pur di provarci. Ci hanno provato, tutti, fino in fondo. Anche gli inglesi, che avevano la carica dei60mila e il lusso di potersela giocare nella loro tana più confortevole. Alzala quella Coppa, Giorgio, alzala e falla vedere a tutti noi, a un Paese intero che si batte il petto come fai tu, quando vinci. Tu e tutti quei ragazzi che hanno costruito un sogno, pezzo per pezzo in tre, lunghissimi ed entusiasmanti anni.

Dopo un soffio di partita, ci siamo fatti fregare da una cosa che abbiamo inventato noi, la difesa e il contropiede. Ci siamo fatti fregare perchè siamo forti e quando ti senti forte – e lo sei - l’idea di aggredire gli inglesi lassù dove c’è Pickford è sempre una buona idea. Però poi capita che un ct inglese, Southgate, decide che Italians do it better, sì gli italiani lo fanno meglio e allora perchè non prendere ispirazione da un nostro marchio di fabbrica, il 3-5-2 alla Conte, un difensore in più e fuori un trequartista, con tre centraloni e due frecce sui lati? Frecce che però sanno difendere ma anche infilarti. La perdiamo lassù, Kane riparte, Trippier crossa per il quinto dall’altra parte e lì c’è Shaw. Buio pesto e stadio che esplode. Ma non finisce qui.

Però preso quel gol balordo, quanto ce li saremo voluti stringere in petto quei ragazzi pieni di entusiasmo e gloria. Sì, gloria. Perchè quel che s’è fatto fin qui ha riempito d’azzurro un affresco impensato e impensabile. E allora è pieno di gloria Berrettini, che s’è piegato solo di fronte a Nole e adesso sta lì, in tribuna Wembley, invitato dal numero uno federale Gravina e a due passi dal presidente della Repubblica Mattarella. E lo sono, pieni di gloria, i nostri ragazzi, a prescindere da un primo tempo di grande sofferenza in avvio e poi in leggerissima, quasi impercettibile discesa. Di sicuro, gli azzurri hanno pagato ben oltre l’immaginabile il ko di Spinazzola. S’è visto con la Spagna e la storia si ripete qui a Wembley dove si fa fatica a fare il filo alla lama davanti a sessantamila inglesi scatenati e un manipolo di eroi, settemila italiani.

Però i nostri non mollano mica. Le provano tutte e anche se a parte un siluro di Chiesa non siamo mai pericolosi e pure poco verticali, si ha sempre la sensazione che ogni giocatori stia dando qualcosa in più. Nella ripresa, al copia e incolla inglese del made in Italy - che catenaccio! - , Mancio risponde con l’ingegno italiano, ridisegnando l’Italia con Insigne falso 9, Cristante a metterci il fisico e Berardi a destra con Chiesa di là. R’ la sfida del coraggio al catenaccio inglese. Scacco alla regina. Ora dominiamo, con Pickford che salva su Chiesa, ma non Bonucci. Alè! Loro ci fregano in contropiede, noi sul gioco aereo. S’è rivoltato il mondo, che d’improvviso è diventato azzurro.