Giovedì 18 Aprile 2024

Vlahovic e due espulsi: la Juve si salva così

Allegri evita al 95’ la seconda sconfitta consecutiva: segna Dusan con il Bologna ridotto in nove per i rossi a Soumaoro e Medel

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Sarà anche la storia di un grande amore, come canta l’inno della Juve, ma è un amore di tanto tempo fa che non ha superato indenne l’usura del tempo. Come quando rivedi la fidanzata che ti faceva battere il cuore alle medie e la ritrovi che ha raddoppiato chili e dimensioni degli occhiali. Nel giorno in cui il grande capitano Del Piero torna allo Stadium la Signora si mostra piena di rughe, neanche lontana parente della grande bellezza di quei tempi.

Dieci anni dopo l’ultima volta il numero dieci rientra allo Stadium, cento sono i minuti che dura la partita, ma il più bello è tutto prima del fischio d’inizio. Il pubblico tributa un’ovazione a Pinturicchio che stringe il cuore nella nostalgia, e invece che passare peggiora vedendo lo spettacolo tecnicamente modesto che poi la truppa di Allegri offre in campo.

Recriminare per un rigore che probabilmente c’era e non è stato concesso dall’arbitro Sacchi in evidente confusione non sposta il senso di una giornata che sancisce l’uscita definitiva di bianconeri dai sogni di rimonta scudetto. Anche perché le due espulsioni sancite nella circostanza, quella di Soumaoro per l’intervento falloso su Morata e quella di Medel che perde la testa, comunque influenzano il risultato e agevolano il raggiungimento del pareggio con Vlahovic, dopo il vantaggio firmato Arnautovic.

Un punto che vale quanto una sconfitta, contro un Bologna che si conferma arbitro della volata tricolore dopo aver frenato il Milan (si capisce perché l’Inter non voleva affrontare i rossoblù, anche se ora forse li troverà senza Medel, e fa una bella differenza).

Dopo un primo tempo senza un tiro in porta da parte della Juve, è la ripresa a offrire se non il bel gioco, almeno uno spettacolo di fuochi d’artificio. Merito soprattutto del Bologna, meglio organizzato alle spalle del suo totem austriaco che con il gol di ieri è salito a quota 12: Vlahovic ne ha fatti 23 con quello di ieri in pieno recupero, ma non sono figli di una manovra che proprio non si vede. Anche grazie al fantasma di Dybala, che non riesce mai ad accendere la luce.

Il Bologna invece da quando Sinisa è tornato in ospedale sta offrendo sempre prestazioni di grande cuore ed equilibrio tattico, ieri solo un episodio da discussioni infinite come quello che ha deciso il finale poteva salvare la Juve. Sacchi dà il vantaggio su un fallo che sembra proprio da rigore, Cuadrado centra il secondo legno (dopo il palo preso da Morata), ma il Var non può esimersi dal richiamare l’arbitro marchigiano. Che va allo schermo e non cambia idea sul penalty, ma estrae il rosso per il difensore francese (se avesse concesso il rigore sarebbe stato solo giallo). Scoppia il pandemonio, il Bologna in nove ci prova e cade solo nel recupero su una grande ammucchiata in area, dove due uomini in più sono tanti.

Non abbastanza per meritarsi di tornare in corsa per lo scudetto.

Doriano Rabotti