"Vincendo abbiamo unito l’Italia"

Malagò passa alla cassa: "Speravo in 39 medaglie, sono felice che le farfalle mi abbiano smentito"

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dall’inviato Leo Turrini

"Veramente io di medaglie ne avevo previste 39! Le Farfalle mi hanno smentito, ma sono felice di essermi sbagliato..."

In attesa di cominciare a camminare sulle acque, San Giovanni Malagò tira le somme. Anche di una vita, forse.

"Tokyo ha salvato l’Olimpiade accettando di ospitarle nonostante il rischio Covid – sospira il numero uno del CONI –. E noi come Italia abbiamo unito un Paese intero".

Con numeri pazzeschi.

"Sì, il nostro record è storico. Abbiamo mostrato l’immagine di una nazione multietnica e super integrata. 20 regioni tutte rappresentate, atleti di tutti i continenti. Il medagliato più giovane è il nuotatore Burdisso, che ha la metà degli anni di Montano, il più vecchio. Penso anche alle tantissime prime volte, delle donne e non solo. Posso aggiungere una cosa?"

Prego.

"Dopo la Brexit, siamo la nazione Ue che ha conquistato più medaglie. Con una squadra giovane, meno di 27 anni l’età media di chi è andato sul podio. E lasciatemi citare anche i dodici quarti posti. La faccio breve: se arrivi a quota 40, significa che potenzialmente vali almeno 60. E questa è la nostra forza".

Dall’Italia segnalano un entusiasmo speciale.

"Sentivamo che tutti tifavano per noi. Da Mattarella, che ci aspetta tutti al Quirinale il 23 settembre, a Draghi, alle persone comuni. La Ferrari ha invitato i ragazzi della 4x100 per il Gp a Monza. È stato bello".

Mai temuto che la pandemia potesse far saltare il banco?

"No, io no. Abbiamo avuto un solo atleta positivo, il canottiere Rosetti, che sta ancora chiuso in una stanza, in quarantena. Se non altro abbiamo ottenuto di fargli avere la medaglia vinta dai suoi compagni. In generale, io sono sempre stato dalla parte del Cio. Cancellare i Giochi sarebbe stata una resa, avremmo perso tutti. Sono state coraggiose le autorità giapponesi, è stato grande Bach, il nostro presidente internazionale. Alla fine, forse questa è stata la miglior Olimpiade di sempre. Non solo per il CONI".

E quanto era stato vicino il rischio di venire qui senza inno e senza bandiere per le vicende politiche?

"Vicinissimo. C’è voluto un decreto in extremis del governo Conte in uscita per evitare il peggio. Ma voglio dire un’altra cosa".

Sentiamo.

"Io non faccio politica, il CONI non fa politica. Chiediamo solo di essere aiutati a fare meglio. Ad esempio sullo jus soli. Le leggi non le faccio io, ma almeno anticipiamo i tempi delle richieste burocratiche per avere la cittadinanza al momento giusto. Se no il ragazzino e la ragazzina di valore ce li portano via gli altri paesi!"

Presidente, come si fa a superare quota 40 a Parigi?

"Non ci si inventa niente. Mancano meno di tre anni e già partiamo da meno due, perché non ci sarà purtroppo il karate. Ma lo sapete che già nel 2022 iniziano i tornei di qualificazione? Dobbiamo studiare, prepararci. Un bis non è impossibile. Ma ad una condizione".

Sentiamo.

"Lasciateci pensare solo allo sport, all’agonismo. Zero politica. Un Paese che prende cinque ori nell’atletica, che fa sette podi nel nuoto, che vince nel ciclismo, insomma, si candida ad una rivoluzione culturale. E non contro il calcio, perché più l’altro sport cresce e più anche il pallone può trarne beneficio, in termini di pratica e di interesse per tutto ciò che genera in termini di entusiasmo".

Rimpianti per il no a Roma 2024?

"Preferisco pensare che quel dolore ci è servito per Milano e Cortina nel 2026. Io ho un pregio: so pianificare. Pensiamo a fare bene con i Giochi Invernali in Italia e poi magari chi verrà al mio posto si candiderà per la Olimpiade del 2036".

Presidente, è ora di tornare a casa. Che farà da grande?

"Beh, come dice lei magari inizio ad allenarmi per imparare a camminare sulle acque..."