Vince AdL: Juve-Napoli si gioca. Ma quando?

Tolto il 3-0 e il -1 agli azzurri, la Signora scala di 3 punti. Paratici: "Portiamo il pallone, noi pronti anche a ottobre". Ma è rebus calendario

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di Paolo Franci

La sentenza che manda il pallone in contromano arriva in una serata romana umida e segnata da presagi chiari di quel che poi sarebbe accaduto. Una sentenza con la quale le toghe a cinque cerchi cancellano le decisioni della giustizia del calcio: Juve-Napoli si rigioca e via quel punto di penalizzazione al club di De Laurentiis. Per effetto della decisione, la Juve scivola in classifica di 3 punti e in una giornata certo non un granchè positiva, deve incassare l’apertura d’inchiesta degli 007 federali sulla presunta bestemmia di Gigi Buffon durante Parma-Juve. Quel che accadrà ora è una specie di roulette russa, perchè trovare una data per recuperare questa gara è come infilare un rinoceronte in una Smart. Partiamo da due certezze che paiono granitiche nelle segrete stanze della Lega di A: 1) è categoricamente esclusa l’ipotesi di spostare le partite di Coppa Italia del 13 gennaio, giorno in cui la Juve affronterà il Genoa e il Napoli l’Empoli. 2) Di nuovo categoricamente escluso che Juventus-Napoli, finale di Supercoppa italiana prevista per il 20 gennaio possa lasciare il posto al recupero di campionato.

Fin qui, il binario tecnico-sportivo sulle conseguenze dei giudici del Coni e, mentre la politica s’affanna a salire sul carro del vincitore - dal sindaco di Napoli De Magistris al governatore campano De Luca - sarà il caso di leggere tra i risvolti della decisione delle toghe del Collegio di garanzia dello sport del Coni, in attesa delle motivazioni della sentenza che arriveranno nei prossimi giorni.

Innanzitutto, l’entrata a piedi uniti della Procura generale dello sport, con un commento perlomeno ruvido e per niente diplomatico della procuratrice nazionale Alessandra Flamminii Minuto nei confronti dei giudici della Figc: "La Corte sportiva d’appello ha fatto il passo più lungo della gamba", è il tackle durissimo della Flamminii Minuto almeno quanto il resto: "Sono andati al di là di un giudizio che deve essere solo tecnico con un intento punitivo chiaro. Non c’e’ mai stata rinuncia espressa alla partita da parte del Napoli, che ha sempre comunicato di essere stato impedito". Insomma: "Il Napoli non aveva neanche una ragione su un milione per sottrarsi alla sfida", ha sostenuto la pm a cinque cerchi. E, mentre esulta, Aurelio De Laurentiis ripete urbi et orbi come lui la partita avrebbe voluto giocarla eccome: "Avevo tutto l’interesse a incontrare Pirlo in quel momento perchè era all’inizio della sua carriera da allenatore e dunque poteva anche non portare sul campo una Juventus pericolosa...", una dichiarazione sulla volontà di giocare che ha fatto sorridere più di qualche dirigente.

Gelida e distaccata la posizione della Juve attraverso i pensieri e le parole del ds Fabio Paratici: "Il primo commento è che noi siamo sempre stati estranei e indifferenti alla vicenda. Quando ci diranno di giocare, andremo a giocare e porteremo il pallone... Detto questo, noi c’eravamo anche il 4 ottobre". Dichiarazione molto più incisiva di quanto non sembri. La Juve, di fatto, ribadisce ciò che ha sempre detto e praticato e cioè il totale rispetto dei protocolli concepiti da Figc, Lega di A - e dunque i club, Napoli compreso - e il Comitato tecnico scientifico del governo. E ora, con questa sentenza rivoluzionaria che certo farà giurisprudenza e crea un precedente, il rischio è quello di ritrovarsi di nuovo di fronte alla Serie Asl - cioè a una ipotetica ‘scappatoia’ per chi si ritrova magari con qualche big fuori causa per Covid-19 - aldilà dello steccato che il calcio aveva faticosamente costruito per tenere nei binari i due campionati più difficili della storia del pallone.