Mercoledì 24 Aprile 2024

Verona fa Favilli, Kulusevski salva la Juve

Scaligeri in vantaggio a Torino, lo svedese rimedia. Doppia traversa Cuadrado e Dybala. Troppi esperimenti, Pirlo non convice

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di Gianmarco Marchini

Per fortuna di Andrea Pirlo il Giro d’Italia ieri si correva a Milano e non a Torino, perché altrimenti il Verona avrebbe serenamente sfilato la maglia rosa alla Juventus. Più veloci, più tonici, più aggressivi gli uomini di Juric, capaci prima di scappare via nel momento in cui ad attaccare dovevano essere i bianconeri, e poi bravi a saper soffrire, salendo sui pedali quando Dybala e compagni provano la disperata rimonta.

Terza frenata consecutiva per la Signora, dopo Roma e Crotone. Se due indizi, fanno una prova, figuriamoci tre. La Juve del nuovo corso soffre tanto, forse troppo, e morde poco, al netto di un avversario che ormai è una delle realtà più solide del nostro campionato. Nel primo tempo, il Verona sbuca da ogni parte, specie nei primi trenta minuti davvero da far girare la testa ai bianconeri. Uno splendido pallonetto di Morata regala un vantaggio tanto insperato quanto ingiusto: ma ci pensa il Var a ristabilire l’ordine cosmico cancellando il bellissimo gesto tecnico dello spagnolo per un fuorigioco quantificabile tra i 5 e i 10 centimetri. Come a Crotone. E come allo Scida, appunto, la Juve perde un’altra occasione per cominciare a scalare la classifica, con i punti dalla vetta che stasera potrebbero addirittura diventare sei qualora il Milan battesse la Roma.

Scenari impensabili appena due mesi fa, quando Agnelli imponeva la rivoluzione, cacciando il campione d’Italia Maurizio Sarri per il campione di consensi Andrea Pirlo. E invece, l’ex regista della Nazionale pare avere la bacchetta dell’orchestra difettosa. Continua a fare scelte che non convincono: quella di Bernardeschi rispolverato dal primo minuto al posto dello scatenato Kulusevski è soltanto l’ultima di una serie che comincia a farsi troppo ampia.

Perché tenere fuori lo svedese che a vent’anni ha la forza di spaccare il mondo quando il Milan vola sulle spalle di uno svedese che di primavere ne ha trentanove?

Domanda retorica, la risposta la conosciamo tutti, e per primo lo stesso tecnico bianconero che, infatti, dopo la doccia fredda di Favilli al 60’, butta subito dentro l’ex Parma. Impatto meteoritico il suo sulla gara, tanto da firmare il gol che arma la voglia di rimonta juventina. Una voglia che si spegne sui tentativi falliti e su una traversa di Dybala, la seconda della serata dopo quella di Cuadrado nel primo tempo.

Sfortuna che, però, non basta a costituire un alibi credibile. Questa Juventus non convince ancora. Pirlo aspetta Ronaldo, anche se il ritorno del portoghese imporrà dei corposi tagli ai troppi esteti dal centrocampo in su. Questa squadra ha bisogno di tanta sostanza. A maggior ragione che mercoledì arriva il Barcellona di Messi.