di Gianmario Bonzi
Dal Lupa Lake al... Lupa Lake, dagli Europei ai Mondiali, dal 2021 al 2022 il lago di Budapest è garanzia di gloria eterna per i caimani azzurri delle acque libere. La ciliegina sulla torta, un oro spettacolare sui 25 km, l’ha piazzata ieri il 27enne di Cecina Dario Verani, bronzo continentale nel maggio di un anno fa nella 5 km (vinse Paltrinieri) e dirottato poi, per un intuizione geniale del tecnico Antonelli, sulla distanza lunga, dato il suo sprint finale bruciante e la capacità di resistere alle distanze infinite, con ritmi però più blandi rispetto ai 5.000 metri. La battaglia in acqua è incredibile, anche perché davanti ai maschi ci sono le ragazze, partite qualche minuto prima, ma risucchiate all’ultima boa, tra caldo, gomitate, sfida di scie, confusione incredibile e anche la splendida lucidità tattica di Dario, che resiste più volte agli strappi del fenomenale e favorito francese Reymond, e poi all’ingresso nella conca d’arrivo esce dalla sua scia e lo brucia con uno sprint di razza, alla Cipollini. Senza storia: primo in 5h02’21“5, un secondo e due centesimi davanti ad Axel!
Settimo Matteo Furlan con Pizzobon quarta nella prova femminile, vinta ancora dalla brasiliana Cunha. Un trionfo clamoroso, forse inatteso dato che Verani era all’esordio iridato sui 25 km, ma progettato al meglio e conquistato con il cuore: "Mi sento al settimo cielo – dice lui, da aprile laureato in Economia a Pisa – perché è uscita la gara che avrei voluto proprio fare. Sono rimasto ai piedi del favorito francese e sapevo di avere qualcosa in più negli ultimi cento metri. In pochi ci credevano alla vigilia. Questa gara ti prova fisicamente, mentalmente, anche moralmente. Sto vivendo in una bolla di leggerezza: la medaglia è una liberazione". A maggio 2021 il bottino per i fondisti fu di 3 ori (2 Paltrinieri) e 8 medaglie. Questa volta recita 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi. Certo, con avversari più preparati e numerosi in quanto la manifestazione continentale era solo di passaggio verso i Giochi di Tokyo.