Vecchia Guardia che orgoglio

Giuseppe Tassi

Derby rovesciato come un calzino. Decide la testa di un difensore, Bremer (ex Toro) dopo un’eterna rincorsa della Juve. La squadra di Allegri ha il pregio di non arrendersi mai. Risale la corrente come un salmone e quando il conto di gol e traverse è in parità, trova la giocata vincente e poi l’acuto finale di Rabiot che vale il 4-2.

Non a caso la partita si decide nel momento in cui Allegri spedisce in campo Pogba (al debutto), incendiando di entusiasmo le gradinate dello Stadium.

Nella notte del derby Di Maria torna umano e Vlahovic si ferma alla traversa ma la Juve va a segno con difensori e centrocampisti, mostrando tenuta fisica e rabbia agonistica fino al novantesimo. Sono quattro le vittorie consecutive e valgono il settimo posto a braccetto con il sorprendente Bologna di Thiago Motta.

Un risultato rimesso in sesto con l’orgoglio della vecchia guardia: il superveterano Cuadrado e lo stakanovista Danilo per agganciare due volte i furori verticali del Toro, esaltati da Karamoh e dal paraguaiano Sanabria, rapido come un cobra quando serve la deviazione vincente.

Juve subito in ginocchio in meno di due minuti ma capace di risalire inesorabilmente la china della partita. Fino al capovolgimento della ripresa, quando il passo felpato del Polipo riaccende l’entusiasmo della gente bianconera.