Martedì 23 Aprile 2024

Van der Poel non aspetta mai: show per la rosa

di Angelo Costa

Van der Poel doveva essere, Van der Poel alla fine è: il Giro in Ungheria comincia con la più annunciata delle maglie rosa. Sulla lunga rampa che porta al castello di Visegrad, l’olandesone volante esibisce tutta la sua nobiltà: forza e classe gli consentono di sbucare negli ultimi cento metri e di prendersi tutto. Non stupisce che faccia centro al primo colpo: un anno fa, al debutto al Tour, ha preso la maglia gialla il secondo giorno dopo averla sfiorata il primo. Al via di Budapest si è presentato per fare altrettanto, dopo aver cambiato apposta i suoi programmi: la dice lunga su che razza di fenomeno sia.

E’ subito un Giro di qualità, perché si presenta col biglietto da visita migliore, ma avrebbe potuto essere anche un giorno storico: a giocarsela con Vdp c’è un altro debuttante, l’eritreo Girmay, già consegnato agli archivi come primo africano nero a vincere una classica, la Gand-Wevelgem. Lui pure senza la paura di annunciarsi alla vigilia: non è una meteora, ma un altro di quelli con le stigmate del campione.

Campione va quasi stretto a Van der Poel, che a 27 anni ha già una bacheca di riguardo: prima vi ha stivato quattro titoli iridati nel cross, poi ha cominciato la collezione di classiche con un’Amstel e due Fiandre, coi podi a Roubaix e alla Sanremo, dove quest’anno ha aperto la stagione col terzo posto dopo sei mesi di stop per guai alla schiena. Dice di non conoscere la storia del ciclismo, eppure una bella fetta ce l’ha in casa: da papà Adri ha ereditato l’attitudine alle corse in linea, dal nonno materno Raymond Poulidor per quelle a tappe, anche se ha già fatto meglio di entrambi. Qui promette di arrivare fino a Verona, a dimostrazione che i ciclisti veri sono quelli che non fanno le cose a metà.

Dietro Vdp e Girmay che illustrano la loro meraviglia, succedono un paio di cose. La prima: Caleb Ewan, unico velocista da rettilineo a restar davanti dopo 5 chilometri all’insu, spreca tutto cadendo negli ultimi metri. La seconda: nella ‘finestra’ che si apre dopo l’ottavo posto di Ulissi, resta solo il più favorito di tutti, Carapaz, che vede premiate prontezza e attenzione con 4 secondi sulla concorrenza. Nulla di che, ma è un primo segnale, in attesa di averne altri oggi nella crono di 9,2 chilometri nel cuore di Budapest.

Ordine d’arrivo prima tappa Budapest-Visegrad: 1) Van der Poel (Ola, Alpecin) in 4h’ 35’28’’ (media 42,473, abb 10“) 2) Girmay (Eri) st (abb 6“), 3) Bilbao (Spa) (abb 4“), 6) Carapaz (Ecu), 14) Almeida (Por) a 4’’, 21) Nibali st., 24) S.Yates.