Mercoledì 24 Aprile 2024

Un’Italia di ct e di nuotatori

Leo Turrini

Quando Greg Paltrinieri conquistò il suo primo titolo mondiale, beh, sapendolo juventino, Max Allegri, anche all’epoca seduto sulla panchina bianconera, gli mandò un videomessaggio di complimenti con una promessa: cercheremo di vincere la Champions anche per te. È passata una vita (era il 2015) e ancora stanno lì. Il Nettuno d’Italia in mezzo alle acque e la Coppa con le orecchie in attesa di un… proprietario tricolore.

Parto da qui per ricordare a noi stessi che la sovrapposizione ferragostana tra grandi eventi di spessore diverso (gli Europei di nuoto, già molto azzurri, più quelli di atletica e l’avvio del campionato di calcio) può aiutarci, forse, ad acquisire una consapevolezza nuova.

Non è in discussione la popolarità speciale del pallone. Siamo una nazione di commissari tecnici, si diceva ai tempi di Mazzola e Rivera. Ed è ancora vero, sebbene le ultime generazioni siano meno ossessionate dalla girandola dei gol.

Al tempo stesso, a personaggi enormi come Greg Paltrinieri (oggi impegnato in una difficile finale continentale sugli 800 stile libero) siamo debitori di un sentimento che merita di essere incoraggiato.

Segue all’interno