Giovedì 25 Aprile 2024

Una Superlega mascherata

Paolo Grilli

Un maxi girone iniziale da 36 squadre, ognuna delle quali tenuta a giocare dieci partite (cinque in casa, altrettante fuori, contro avversarie sorteggiate tra tutte le qualificate): le prime otto passano alla fase a eliminazione diretta, quelle dalla nona alla 24esima posizione sono invece costrette agli spareggi per raggiungere le migliori e giocarsi gli ottavi.

Scene da un futuro non affatto lontano: così potrebbe presentarsi la Champions League dal 2024-2025, e la Uefa è intenzionata a ratificare il nuovo format da oggi con il suo comitato esecutivo e il congresso a Vienna. Più di due secoli fa si ridisegnò l’Europa con la grande restaurazione nella capitale austriaca, qui si vuole invece proiettare il pallone in una nuova dimensione continentale. Tanto che la nuova competizione porta già l’altezzoso appellativo di “Super Champions“. Ma è davvero così? Le gare complessive passeranno da 125 a 225 (+80%!), e ogni team iscritto, comunque vada, sarà chiamato a giocare due gare in più rispetto alla formula attuale: onori e oneri che comprimeranno – e impauperiranno – ulteriormente i campionati nazionali.

Scontato che l’inedito maxi torneo d’Europa sia manna del cielo per chi deve monetizzare con diritti tv e sponsor: proprio quello cui puntano i vituperati fautori della Superlega. E già per la Super Champions si ipotizza l’introduzione di un ranking di merito ’medio’ per sancire l’ingresso di due dei quattro team aggiuntivi rispetto ai 32 attuali. Non era la Uefa a voler combattere ogni forma di nobiltà acquisita?