Venerdì 19 Aprile 2024

Una staffetta tutta d’oro "Aspettavamo da 5 anni"

Cecchetto, Mazzone e Colombari si confermano primi nella prova di squadra davanti a Francia e Stati Uniti: "E’ per Zanardi, il successo dell’unione"

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di Angelo Costa

"Un pezzo di questa medaglia va anche ad Alex", dicono i tre azzurri che regalano all’Italia il primo oro nel ciclismo paralimpico di questa edizione. E non è un semplice slogan, tantomeno un ritornello: la staffetta è la prova che più di tutte rispecchia lo spirito del grande assente Zanardi, vincitore in questa specialità a Rio. Affiatamento e forza valgono anche sulle strade di Tokyo, dove Paolo Cecchetto, Luca Mazzone e Diego Colombari non si limitano a vincere, ma addirittura dominano, facendo corsa di testa dal primo all’ultimo chilometro: dopo il titolo mondiale dello scorso giugno in Portogallo, un altro capolavoro.

Che non sia facile vincere da favoriti, il terzetto italiano lo smentisce in fretta: al comando dopo il primo round di Colombari, gli azzurri del ct Valentini col passare dei chilometri congelano le speranze degli avversari, chiudendo con mezzo minuto sulla Francia e una quarantina di secondi sugli Stati Uniti. Lo fanno con Cecchetto, già oro in linea a Rio, e Mazzone, che così completa con il metallo più pregiato la sua bella collezione in questa edizione, ricca di due argenti fra crono e strada.

"Sognavamo questa giornata da cinque anni", racconta Cecchetto, 54 anni, lombardo di Legnano, prima di dedicare il successo a Zanardi. "Abbiamo inseguito questa medaglia, è un risultato che consacra questa mia prima Olimpiade", aggiunge Colombari, 39 anni, origini venete e piemontese d’adozione, sul gradino più alto del podio dopo averlo sfiorato nella crono, chiusa al quarto posto. E’ una gioia ovviamente condivisa ed amplificata da Mazzone, cinquantenne barese di Terlizzi, che bissa il successo di Rio, quando fra i suoi compagni c’era anche Zanardi. "E’ un oro che ha un sapore particolare, di unione, di spirito di squadra". Italia finalmente d’oro nell’handbike, dove l’iridato Fabio Anobile sfiora il podio chiudendo al quarto posto nella C1-3 resa più dura da pioggia e grandine e dove Giorgio Farroni finisce settimo. Ma in un giorno così è tutto meno amaro.