Una Mole di guai, ma la Juve morde il derby

Alle 20,45 c’è il Toro allo Stadium: Pogba e Chiesa partiranno dalla panchina, Vlahovic e Di Maria per proseguire la risalita

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di Paolo Grilli

Niente misura la tempra di una squadra quanto un derby. La Juve ha bisogno di un altro test emotivo per dare un senso a questa stagione-labirinto, fatta di avversari in campo e di ostacoli che si ergono anche fuori.

Contro il Toro stasera non sarà facile – quando mai la stracittadina della Mole lo è? – però Allegri può aggiungere un ulteriore mattoncino di fiducia e consapevolezza dopo la convincente vittoria di Nantes in Europa League.

Non va dimenticato che i gialli di Loira sconfitti 3-0 giovedì sono tredicesimi in Ligue 1, ma la sensazione è che questo Di Maria possa, da solo, ridurre qualsiasi gap tra la Signora e le rivali, che si tratti di campionato o di Euroleague. Ecco perché Max non potrà fare a meno di lui stasera, stante poi la non perfetta condizione fisica di Federico Chiesa che partirà dalla panchina. Dove siederà accanto a Paul Pogba, finalmente nei ranghi dopo la surreale assenza protrattasi per mesi. Quanto davvero il Polpo possa contribuire alla causa bianconera di qui a giugno è presto per dirlo, ma inevitabilmente il francese sarà al centro dei ragionamenti del club che in estate dovrà liberarsi per forza di diversi giocatori ad alto costo per risanare le casse. E Paul ha quindi quattro mesi per dimostrarsi indispensabile, al di là dei gradi di campione guadagnati in undici anni di carriera al top.

La Signora punterà a centrare la quarta vittoria di fila in campionato. Magari anche la quarta senza prendere gol e, possibilmente, segnandone più di uno per scacciare le accuse di “cortomusismo“. La tendenza in fase realizzativa sembra in miglioramento, ma i numeri – quelli che Allegri inviterebbe ad analizzare – parlano ancora di appena 36 gol fatti in 23 gare (1,56 reti a partita, la sua Juve scudettata che segnò meno, quella del 2018-2019, viaggiò alla media di 1,84) ed è quasi un paradosso per una squadra che può contare su Vlahovic e Chiesa, senza contare il Fideo, Milik e Kean. La difesa invece ha ripreso la retta via e le 17 reti subite (0,74 a partita) sarebbero anche in linea con lo scudetto, al netto del Napoli delle meraviglie e della penalizzazione. Ecco perché non si rinuncerà alla difesa a tre tutta brasiliana, con un Alex Sandro del tutto rivitalizzato dal nuovo schieramento e ora vicinissimo al rinnovo fino al 2024.

I granata che sono arretrati in nona posizione andranno a caccia di una vittoria nel derby che manca da quasi otto anni, e che “in trasferta“ non arriva da ben 28. Dopo, sono arrivati tredici successi bianconeri e quattro pareggi. Proprio nella stagione scorsa il Toro frenò la Juve sull’1-1 allo Stadium. E Juric sa come si batte la Signora: lo ha già fatto alla guida di Genoa e Verona. Un brivido in più per il derby.