Giovedì 18 Aprile 2024

"Una grande vittoria poi penserò al ritiro"

Lo ‘Squalo’ pronto al riscatto: "Giro e Tour le mie priorità, poi i Giochi. Evenepoel e Bernal i nuovi campioni da temere di più"

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di Angelo Costa

"Non mi sono dato una scadenza, dipende da come andrà quest’anno. Far calcoli sul mio addio alle corse è un gioco inutile: deciderò io quando sarà il momento e sarò io a comunicarlo a tutti".

A 36 anni, aprendo la diciassettesima stagione da professionista, Vincenzo Nibali rivendica un diritto: poter correre libero e spensierato, pensando a una gara per volta e non a ciò che farà da grande. E’ l’idea che lo accompagna nel ritiro di Denia, in Spagna, dove cova un forte desiderio di riscatto dopo un 2020 avaro di soddisfazioni.

Nibali, che anno l’aspetta?

"Mi auguro migliore del precedente, decisamente da cancellare. E’ stato difficile da decifrare, ogni corsa ha cambiato data rispetto a quella tradizionale. Fa parte del passato, ora mi concentro sul futuro".

Cosa l’aspetta?

"Lavorerò in funzione di Giro e Tour, gli impegni più importanti della mia stagione. Vado in Francia perché è la gara più seguita al mondo, vale più di una classica. Eppoi sappiamo che il Tour ci sarà, mentre nessuno sa cosa potrà esserci dopo".

Dovrebbero esserci i Giochi: nel caso, lascerebbe il Tour in anticipo?

"Può succedere, perché la differenza di fuso col Giappone è notevole: fra la conclusione di Parigi e la gara olimpica ballano appena sei giorni. E’ prematuro dirlo".

Anche perché c’è ancora il Covid…

"Infatti. La prima speranza è che dia tregua al mondo. Sono favorevole al vaccino, così come sono fiducioso che l’Olimpiade si farà".

Grandi giri e Giochi: perché non parla di classiche?

"Io sono più un corridore da corse a tappe, non è nelle mie corde puntare prima di tutto sulle gare di un giorno: per questo ho scelto di fare due giri. E poi non si può fare tutto…".

Non c’è spazio per il Mondiale?

"Con un programma così, no".

Non teme il confronto con i giovani, visto come sono andati forte nel 2020?

"Forse il calendario concentrato in tre mesi ha finito per avvantaggiarli, anche se non ne ho la certezza. Parlando di me, ci sono stati errori, il mio approccio alla stagione non è andato bene e da lì in poi sono stato costretto ad inseguire sempre".

Chi l’ha colpita di più?

"Evenepoel ha già fatto vedere quanto vale, prima che la caduta al Lombardia lo fermasse. Pogacar lo conosco poco, anche se ha vinto il Tour, Bernal lo conosco meglio e me l’aspetto protagonista quest’anno".

Tutti stranieri: all’Italia cosa manca?

"Non è facile rispondere. Qualcosa è migliorato negli ultimi anni, ma ancora non basta. Servono sponsor per allestire squadre e organizzare gare, ma non solo".

Lei è in camera con Tiberi, annunciato fra gli emergenti: cosa gli consiglia?

"E’ un ragazzo di grandissime qualità, rispetto ad altri corridori deve crescere, ma non bisogna mettergli fretta. Non so se mi assomigli, è molto più cronoman di me".

Sua moglie Rachele dice che per chiudere la carriera le serve una grande vittoria: vero?

"In effetti mi conosce bene. Se dovesse arrivare un traguardo come dico io, potreste anche liberarvi di me. Tokyo? Certo, ho un credito verso l’Olimpiade. Ma potrebbe essere la Liegi, anche se non quest’anno".

Insomma, Nibali: al ritiro sta cominciando a pensare…

"A 36 anni è normale. So che non sarà un momento facile, è un cambio di vita. Ma sono sereno, anche se prima ho ancora molto da fare".