Un Conte nuovo all’assalto dell’amico Pirlo

Stasera l’Inter debutta con la Fiorentina. Dopo le turbolenze dell’estate, il tecnico cambia stile: mea culpa, sorrisi e zero polemiche

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di Giulio Mola

Con un pizzico di autostima in più, parecchi sorrisi rasserenanti e idee molto chiare su obiettivi e mercato, l’Inter è pronta a ripartire, dopo aver metabolizzato la delusione per una finale europea persa in maniera carambolesca. Su il sipario a San Siro, dove stasera arriva la scomoda e scorbutica Fiorentina. C’è attesa e curiosità per vedere i nerazzurri, soprattutto alla luce delle esternazioni di Antonio Conte, che ieri in quasi un’ora di conferenza stampa a reti unificate con l’ad Beppe Marotta, ha smontato castelli fantasiosi di chi da settimane vede ombre dappertutto, uno spogliatoio in ebollizione e gelidi rapporti fra tecnico e dirigenza. Nulla di tutto ciò. Il tecnico salentino, in maniera lucida e serena, ha chiaramente fatto intendere che la bufera (emotiva) è passata e nuvoloni all’orizzonte non sono previsti.

Mea culpa. Anzi, ripercorrendo il film dell’ultima stagione e magari della sua brillantissima carriera d’allenatore, don Antonio ha regalato una pillola di saggezza: "A volte sono duro con me stesso e dimentico di godermi il percorso fatto". Ecco qui il nuovo volto di Conte. Chi si aspettava un allenatore nervoso pronto a elemosinare acquisti sul mercato ha sbagliato ancora una volta. Perché Conte è maturato non solo collezionando successi ma anche imparando dagli errori commessi. E dagli sfoghi mal interpretati. Insomma, anche se si vede nero non sempre lo è.

Patti chiari. "Non parlerei di incomprensioni con il club - precisa -, ci sono stati confronti onesti e leali e vedute diverse, ma in tutte le buone famiglie è giusto esporre le proprie ragioni. Da parte nostra c’era e c’è la volontà di migliorarci in tutti i settori. Quando si è chiari e molto diretti dicendo la verità, si può solo trovare giovamento da questo tipo di situazioni. Se ci si trova tra persone intelligenti che hanno solo il bene dell’Inter in testa, c’è sempre una soluzione: sono molto contento perché continuiamo tutti insieme il percorso iniziato. Questo ci spinge a essere ancora più uniti e coesi".

Credibilità. Bene fa l’allenatore a rivendicare quel di buono fatto nella sua prima stagione nerazzurra ("si è parlato poco dello scorso anno, ma è stato fatto qualcosa di straordinario. Dobbiamo confermare la credibilità che ci siamo guadagnati nell’ultima stagione, non solo in Italia ma pure in Europa") e a lanciare un avviso ai naviganti: "Sinceramente credo che nessuno abbia l’obbligo della vittoria, nessun allenatore può assicurare al cento per cento la possibilità di un successo, che arrivi o meno il Kantè di turno. Ma l’Inter ha l’obbligo di essere protagonista fino alla fine. Poi è anche la Dea bendata che ti fa vincere o non vincere, penso a quanto accaduto a Lukaku nella finale di Europa League".

Volti nuovi. "Sappiamo quel che ci ha detto la proprietà ma i tempi sono cambiati rispetto ad un anno fa. Lukaku era importante per tutti, abbiamo avuto ragione a volerlo prendere. Ora la situazione è diversa ma siamo uniti. Perisic? Ha voglia di Inter, così è facile per me. Vidal e Kolarov ci portano esperienza, e il cileno può fare tutti i ruoli. Hakimi invece è un calciatore con potenzialità importanti. Inevitabile che ci voglia un po’ di tempo per entrare nei meccanismi".

Occhio ai viola. Si parla della partita: "La Fiorentina è forte, Iachini è un allenatore bravo e preparato ma io sono molto soddisfatto di queste tre settimane, abbiamolavorato bene".

Augurio speciale. Conte non nomina la Juventus, non parla neppure di gap da colmare. Ma per l’amico Pirlo solo parole al miele: "Ho grande affetto per Andrea, come professionista e come uomo. Parliamo di una persona top, sia nel calcio sia dal punto di vista umano. Vedere che alcuni miei calciatori diventano allenatori mi fa pensare che il tempo sta passando...".