Un campione del mondo in serie B Il Como si regala Fabregas

L’amministratore del club. Wise ha proposto a Cesc. un biennale a cifre alte. E lui studia da allenatore

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di Michael Cuomo

Dennis Wise, che del Como è amministratore unico, conosce il significato della grande giocata. Ne ha fatte chissà quante in campo, ne sta facendo una, sul mercato, destinata a rimanere nella storia dei colpi del calciomercato italiano. Cesc Fabregas, nel suo curriculum, ospita Arsenal, Barcellona, Chelsea e Monaco; nel suo palmares 12 trofei di squadra, 2 europei e un mondiale, nel 2010 in Sudafrica, con la nazionale spagnola. Ci ha pensato a lungo il Las Palmas, offrendogli il clima e la bellezza delle Canarie per convincerlo ad accettare la seconda serie iberica. "Ma quali Canarie", avrà pensato. Per lui c’è il Lago di Como, che si intravede dalle tribune del Sinigaglia e che è comunque pronto a offrirgli un panorama di quelli che non si vedono ovunque. Lo spessore, il carisma e l’esperienza di Wise hanno giocato un ruolo fondamentale; la grandezza economica del club ha fatto il resto, proponendo a Fabregas un contratto biennale di quelli irrinunciabili, nonostante la categoria, con una visione che guarda in là, verso un futuro che lo spagnolo vorrà vivere da allenatore. Cesc ha ormai 35 anni, compiuti a inizio maggio: avrà certamente perso un po’ di brillantezza fisica, ma non può aver dimenticato le geometrie con cui ha sempre deliziato gli appassionati del football. Si è liberato del club monegasco dopo 3 anni e mezzo e dopo l’ultima stagione avara di numeri e statistiche: ha giocato davvero poco, ma per lui non è ancora arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo. Ecco perché entra in gioco il Como: perché per Fabregas l’Italia era una priorità, un’opportunità di vita che già in passato avrebbe voluto cogliere prima che saltasse, ai tempi di Zvonimir Boban in società, il suo passaggio al Milan. Ora, invece, il passo è vicino al reale compimento: a conferma di questo c’è che a Como, nelle ultime ore, nessuno si è lasciato scappare alcun commento a riguardo. Nessuna conferma, vero; ma soprattutto nessuna smentita, a quello che nella serata di giovedì poteva sembrare fantamercato. Il Como vuole entrare nell’elite del calcio: senza voli pindarici, seguendo la logica degli investimenti oculati e dedicati a ogni area del club, con obiettivi a lungo termine. Per intenderci: tra qualche mese avrà pronto un centro sportivo di proprietà all’avanguardia, esiste già un progetto stadio e c’è la volontà di crescere anche come settore giovanile. In tutto questo c’è la tentazione di internazionalizzare una società passata negli ultimi anni anche dalla palude dei dilettanti: l’anno scorso, in riva al lago, venne ad allenarsi Jack Wilshere, altro volto noto della Premier League che non fu tesserato in virtù delle norme che negano l’acquisizione di giocatori extracomunitari. Ma già in quel caso, l’eco mediatica arrivò un po’ ovunque, superando e non di poco i confini della nostra Serie B. Adesso, invece, non c’è norma che tenga: c’è solo un accordo da mettere nero su bianco, un contratto da firmare e un viaggio da cominciare.