Mercoledì 24 Aprile 2024

Ultima chance per ribaltare il Giro Lo Stelvio fra Almeida e il sogno

La Francia nega l’accesso per il rischio contagio nella tappa di sabato: cancellati Agnello e Izoard

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di Angelo Costa

Ultima chiamata per ribaltare il Giro. Il giorno è oggi, non ce ne saranno altri: decidono lo Stelvio e l’arrampicata finale ai Laghi di Cancano. Chi sperava di avere un’altra chance in montagna, si rassegni: prima che il maltempo, ad abbassare il tappone di sabato al rango di normale tappa, cancellando Agnello e Izoard, sono le autorità francesi, vietando l’ingresso nel loro territorio per il Covid. Morale: restano oggi e, per chi sarà ancora in tempo e soprattutto ne avrà le possibilità, la crono di domenica a Milano. Stop.

Se resta solo lo Stelvio per far rivoluzioni è perché il presunto tappone di Madonna di Campiglio si rivela una bella e salutare passeggiata di montagna, con Almeida preoccupato solo di evitare brutti scherzi. Provano a farglielo i soliti noti della Sunweb, ma anziché un disegno tattico ne esce uno scarabocchio: quando Hindley allunga il passo, a rincorrerlo è il suo capitano Kelderman. Lo faccia per farsi trainare o perché non si fida del giovane scudiero, non è comunque un bel vedere. Come direbbe il compianto Ciotti: è tutto, linea allo studio.

Nello studio Rai appare il direttore del Giro, Mauro Vegni: è lì per annunciare il nuovo percorso di sabato, che anziché scalare i montagnoni farà tre giri sul Sestriere, ma si rivela il miglior opinionista del Processo. "Mi stupisco perché nessuno attacchi la maglia rosa. Dovessi scommettere un euro sul vincitore, lo metterei su Almeida", dice il patron rosa. Confermando che, invece, oggi sullo Stelvio si salirà: il problema, semmai, sarà scendere. Sui 21 chilometri della picchiata verso l’ultima salita c’è molta neve a bordo strada: significa che i pochi gradi previsti in cima (3-4 al massimo) si abbasseranno ulteriormente. In più, da metà discesa in poi c’è molta ombra, col rischio dell’umidità e dei pericoli che porta. Effetto freezer e prudenza estrema: è il ciclismo di ottobre, bellezza.

Coi big impegnati a concentrarsi sul clima che li attende, ne approfitta Ben O’ Connor, 350 chilometri all’attacco in due tappe considerate importanti, e già questo dovrebbe far riflettere su come si sonnecchia alle sue spalle. Beffato da Tratnik a San Daniele, l’australiano ci riprova e stavolta gli va bene: semina i ultimi compagni di fuga a 8 chilometri dal traguardo e incassa il primo centro in un grande giro.