Mercoledì 24 Aprile 2024

Troppo Bayern, l’Inter non riparte in Europa

Dopo il derby un’altra delusione per i nerazzurri: i velocissimi Sanè, Coman e Manè mettono in crisi una squadra rivoluzionata da Inzaghi

di Giulio Mola

Ci voleva un miracolo nell’afosa notte di San Siro. E non c’è stato. L’Inter s’inchina di fronte allo strapotere del Bayern e perde (0-2) la gara inaugurale di Champions. Del resto quando prendi gol da giocatori di livello tecnico superiore (Sanè). non servono statistiche e schemi, perché il calcio è più semplice di quel che si possa pensare: fuoriclasse e pallone.

Partita che è stata in discussione solo in avvio di ripresa dopo che a fatica i nerazzurri erano riusciti a limitare i danni in un primo tempo a senso unico. Non è un caso che dal 2003 i bavaresi siano implacabili nel primo match del girone: 19 vittorie, 0 pareggi e zero sconfitte, 47 gol fatti e appena 2 subìti. Simone Inzaghi sperava almeno nella legge dei grandi numeri per cancellare la delusione del derby perso sabato scorso ma non è bastata una vera e propria rivoluzione per cambiare le sorti del match: un capitano bocciato (Handanovic), un veterano della difesa messo a riposo (De Vrij), un pilastro del centrocampo spedito in panchina (Barella). E poi Onana e Gosens titolari insieme all’eterno Dzeko. Con la fascia a D’Ambrosio e il recupero di Mkhitaryan. L’unico a meritarsi la sufficienza è stato il portiere, gli altri hanno avuto pause e difficoltà, soprattutto Gosens, sempre più “oggetto misterioso”.

Ma tutta l’Inter che non ha convinto: se da una parte c’è stata la volontà di cambiare dell’allenatore (“Scelte coraggiose”, aveva detto Marotta nel pre-gara) dall’altra è parsa evidente per tutto il primo tempo la paura di osare dei nerazzurri, che hanno subito il gioco dei talentuosi tedeschi trascinati da Sanè e Muller. Padroni di casa subito schiacciati dal 4-2-2-2 avversari che nei primi otto minuti per ben tre volte (due con Kimmich e una con Muller) impegnavano Onana, incerto solo sullo scatto perentorio di Koman (che tirava alto). Inzaghi si sgolava invitando i suoi a “salire” ma fatta eccezione per un lampo di Martinez nessuno usciva dal guscio. Troppi errori in uscita o in appoggio, da Dumfries a Brozovic. E pochissimi palloni giocabili per il reparto avanzato. Il sinistro di D’Ambrosio (16’) faceva il solletico a Neuer, più pericolosa la conclusione di Muller (22’) con gran risposta di Onana. Si giocava ad una porta sola, tedeschi con ben altro passo e capacità di occupare gli spazi. E un uomo in più, quel Sanè che (24’) spaccava il match con una giocata fantastica: aggancio in corsa col sinistro, palla incollata al piede e tocco vincente di destro. L’Inter provava a scuotersi, sulla sinistra c’era spazio per Dumfries ma mancava sempre il tocco decisivo. Dopo l’intervallo l’Inter tornava in campo con maggior cattiveria. Un fuoco di paglia durato il tempo di una pausa caffè, perché ai tedeschi venivano lasciati spazi in cui Sanè e Manè erano devastanti, e un giochino da playstation dei due consentiva (20’) al Bayern di raddoppiare con la complicità di D’Ambrosio. Girandola di cambi, il Bayern poteva dilagare e solo la bravura di Onana evitava il peggio. Nel finale Correa si divorava il gol dell1-2 e dopo il triplice fischio scintille in campo con Martinez portato via da Barella. La strada per l’Europa è tutta in salita, ma il pubblico ha applaudito. Ora testa al campionato, aspettando (forse) una nuova rivoluzione.