Tour of the Alps, vince Geraint Thomas. La classifica finale

Il gallese della Sky si difende sul Bondone e conquista la classifica. Polemiche per i ritiri di Formolo e Caruso che rinunciano ad una top 10 per risparmiarsi in vista della Liegi

Geraint Thomas (Alive)

Geraint Thomas (Alive)

Trento, 21 aprile 2017 - Dopo averla corteggiata per tutta la settimana, Thibaut Pinot ha centrato la vittoria nell'ultima tappa del Tour of the Alps che consacra Geraint Thomas vincitore della classifica generale. Il transalpino della FDJ, già secondo martedì a Innervillgarten e ieri a Cles dopo esser stato terzo lunedì a Innsbruck, si è imposto davanti a Brent Bookwalter e allo stesso Thomas, mettendo in fila un drappello di una dozzina di corridori dopo essere uscito già in testa dall'ultima curva del tortuoso chilometro finale nel centro storico di Trento. Successo due volte meritato, quello di Pinot, perché ai piazzamenti rimediati nei giorni scorsi si aggiunge la condotta di gara odierna, ancora una volta molto battagliera. Proprio il francese, insieme a Michele Scarponi, è stato tra i più combattivi sulla lunga ascesa al Monte Bondone che caratterizzava l'ultima frazione, sulla quale comunque Thomas ha saputo rispondere agevolmente a tutti gli attacchi. Primo a scollinare in vetta al gpm che distava una quarantina di chilometri dall'arrivo è stato però Egan Bernal, il nuovo fenomeno colombiano scoperto da Gianni Savio e che, a soli vent'anni, ha già attirato le attenzioni delle principali squadre del World Tour.

Fra le squadre più interessate ad accaparrarsi Bernal c'è la Sky che oggi, però, ha decisamente tarpato le ali allo scalatore sudamericano: merito soprattutto di Mikel Landa, attivissimo in testa al gruppo per proteggere la maglia ciclamino di Thomas e primo a chiudere il buco in discesa. Nel gruppetto di quindici uomini venutosi a formare a fondovalle ha fatto capolino anche un Damiano Cunego in crescita, per quanto il veronese sia stato poi il primo a rimbalzare quando la strada è tornata a salire alla volta di Novaline. A rilanciare l'azione è toccato così ad un altro colombiano: il trentenne Rodolfo Torres, pure lui della Androni, ma la sua avanscoperta è durata un paio di chilometri, rintuzzata in vista dello scollinamento dalla zampata di Domenico Pozzovivo, sul quale si sono prontamente riportati Thomas e Pinot seguiti, dopo qualche centinaio di metri, anche da Scarponi. Nemmeno questo quartetto era però destinato a giungere al traguardo, perché diversi altri corridori si sono fatti sotto negli ultimi 5 km, a cominciare da Bookwalter e Rohan Dennis: la coppia della Bmc ha preso le redini nel finale con l'obiettivo di vincere la tappa facendo, così, anche gli interessi di Thomas che a quel punto aveva ormai messo in cassaforte la classifica finale. Nonostante i 10" di abbuono andati a Pinot, infatti, il gallese della Sky lo precede comunque di 7", con i veterani italiani Pozzovivo e Scarponi rispettivamente terzo a 20" e quarto a 27".

Quinto è Landa a 42", ma al posto del basco avrebbe potuto esserci un altro italiano: il guaio è che Davide Formolo questa mattina non ha nemmeno preso il via su precisa indicazione della propria squadra, la Cannondale, che ha preferito rinunciare ad una quasi sicura top 5 al Trentino per averlo fresco e riposato al via della Liegi di domenica. Una scelta per la verità poco comprensibile, considerato il lavoro di gregariato a cui con ogni probabilità il friulano sarà relegato alla Doyenne e, soprattutto, l'occasione mancata di confrontarsi con i migliori del lotto su un percorso esigente come quello odierno: un'esperienza che gli sarebbe sicuramente tornata utile al prossimo Giro d'Italia, a maggior ragione se consideriamo la giovane età del corridore. Stesso discorso per Damiano Caruso, ottavo assoluto al termine della quarta tappa ma ugualmente rimasto ai box in vista dell'ultima grande classica primaverile; altri corridori hanno preferito non prendere parte a questa ultima frazione per non affaticarsi in vista della Liegi - e fra questi anche il secondo italiano della Cannondale, quel Davide Villella che sulle strade valloni può puntare legittimamente ad una corsa da protagonista - ma a destare le maggiori perplessità sono stati proprio i forfait dei due uomini di classifica.

Per quanto orfano di Formolo e Caruso, il contingente italiano nei primi dieci si completa comunque con l'ottavo posto di Danilo Celano, che dopo la classifica dei gpm alla Coppi e Bartali e la vittoria del Giro dell'Appennino, esce ulteriormente rinfrancato da questi cinque giorni a cavallo tra Austria e Trentino-Alto Adige in cui si è confermato tra i corridori più forti in salita. Una bella scoperta dell'Amore & Vita di Ivano Fanini, ulteriormente valorizzata dalla convocazione nella nazionale azzurra che ha affrontato il Tour of the Alps e che, con ogni probabilità, merita a questo punto la chiamata di una squadra di categoria superiore; magari già dalla prossima estate, essendo possibile dal 1 agosto il passaggio di un corridore da un team all'altro. Un'eventualità, quest'ultima, che potrebbe interessare lo stesso Bernal con la possibilità di vederlo al via della Vuelta.