di Angelo Costa
Pogacar chiama, Roglic risponde. Al connazionale fenomeno che si diverte alla Parigi-Nizza, dove fa suo anche il secondo arrivo in quota e rinforza il primato, lo sloveno (nella foto) detta legge per il terzo giorno in fila alla Tirreno-Adriatico: nel cuore storico di Osimo, in fondo alla durissima tappa sui ‘muri’ marchigiani, il vecchio Primoz castiga ancora la concorrenza, sigillando il suo bis nella corsa fra i due mari e lasciando alla giornata finale di San Benedetto del Tronto il tradizionale ruolo di passerella.
"Pazzesco aver vinto tre tappe, ma l’esperienza mi dice che le corse finiscono solo quando si taglia il traguardo dell’ultima", dice l’ex saltatore con gli sci, memore di un Tour perso tre anni fa proprio da Pogacar nella crono conclusiva. E’ il dente che duole in una carriera in cui Roglic, 33 anni, ha infilato tre Vuelta consecutive, una Liegi, un oro olimpico a cronometro, tappe e maglie anche al Tour e al Giro, dove tornerà a maggio con l’obiettivo dichiarato di arrivare in rosa a Roma. Per mettersi in ritmo dopo sei mesi di stop si è presentato a sorpresa fra i due mari e alla fine la sorpresa la sta facendo agli altri: il terzo successo con sei giorni di gara nelle gambe è frutto di una forma già discreta e di un’impeccabile lucidità, che gli consente di spaccare la corsa con i compagni negli ultimi trenta chilometri, di restare freddo quando viene attaccato e di non sbagliare nulla nel chilometro finale. Stesso Roglic, stavolta davanti a Geoghegan Hart e Almeida in uno sprint ristretto che Ciccone vede da sesto, mentre chi scala i muri pensando alla Sanremo, come Pidcock, Van Aert e Alaphilippe, è appena dietro. E stesso Pogacar in Francia, ancora davanti a Gaudu e Vingegaard che lo seguono in classifica: settimo centro in dodici giorni di gara per il bimbo sloveno, come media anche lui non scherza.
Classifica Tirreno-Adriatico dopo sei tappe: 1) Roglic (Slo), 2) Almeida (Por) a 18’’, 3) Geoghegan Hart (Gbr) a 23’’, 4) Kamna (Ger) a 34’’, 5) Ciccone a 37’’.