Giovedì 18 Aprile 2024

Testa: "I miei pugni contro tutti i pregiudizi"

La campionessa di pugilato ha fatto coming out: "Nel mio mondo l’omosessualità è un tabù, ma quanti ce ne saranno nel calcio?"

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di Giuliana Lorenzo

Tiene Testa ai pregiudizi Irma, li prende a pugni se necessario, ma sempre con eleganza, la stessa sfoggiata sul ring che l’è valso il soprannome di Farfalla. "The Butterfly" ha recentemente ottenuto l’ennesimo risultato storico, l’argento ai Mondiali di Istanbul (categoria 57 kg) che l’ha resa la prima donna italiana del pugilato a salire sul podio in tutte le competizioni internazionali. Ma prima ancora non aveva avuto difficoltà nel manifestare la propria identità sessuale, facendo coming out.

Irma Testa (nella foto Gabriele Seghizzi) è nata in un contesto difficile, a Torre Annunziata, spesso ricordata solo per la criminalità. Per un paradosso della vita, però, le corde del ring da cui non si ha scampo e che tanto la spaventavano all’inizio, hanno rappresentato la via di fuga da una realtà complessa. "Nel pugilato sai di andare incontro al dolore. Prima di salire sul ring sono consapevole che patirò, ci sono donne che sono uomini e che fanno più male di me, ma è la cosa che più mi piace…quel rischio, una sfida continua con me stessa, cerco di scappare dal dolore. Credo che così la boxe mi abbia insegnato a essere coraggiosa anche nella vita".

Oggi vive, per sua stessa ammissione, praticamente serrata in ritiro ad Assisi, ma il cuore è sempre vicino alla famiglia che raggiunge appena può e alla città campana. Gli affari di cuore, invece, sono in stand-by, troppi gli obiettivi sportivi ancora da raggiungere (nel mirino Parigi 2024) per pensare ad altro.

Quell’altro però di cui lei stessa ha voluto parlare facendo coming out , dopo il bronzo ai Giochi di Tokyo. Una necessità di condivisione per lanciare un messaggio: "Nel mio mondo è ancora un tabù – precisa - non voglio parlare di altri sport ma immagino ci siano tanti calciatori omosessuali, effettivamente è difficile trovare chi dichiara il proprio orientamento apertamente. Si tende a sovrapporre le due vite. Ad esempio, se Cristiano Ronaldo fosse omosessuale da molti non verrebbe visto allo stesso modo, sia dai ragazzi che dai padri, se lo fosse non lo direbbe. È sbagliatissimo, bisogna vivere la propria vita senza il timore di intaccare il proprio status di campioni. Io mi sento diversa, ma non perché sono omossessuale, siamo tutti unici ed è questo il bello".

Per arrivare a questa consapevolezza la Testa ha fatto dei suoi successi una corazza.

Di pugni sul ring ne ha presi tanti ma anche fuori: "Ogni volta che ho dovuto affrontare un pregiudizio, molti pensano che faccia uno sport maschile o che noi donne dovremmo fare altro. Oggi ci sono ancora questi preconcetti, però li affronto in maniera diversa, non mi interessa più".

Irma Testa è cresciuta, forgiata dal suo sport e dalla delusione della mancata medaglia di Rio. Non ha più timori e per il suo coraggio è diventata un esempio soprattutto per i più giovani. "Una delle mie paure più grandi – ammette - è quella di essere ricordata solo per la bravura nello sport, temo di non lasciare nulla a livello umano. Aiutare ragazzi e stare vicini a loro, può essere d’aiuto e mi fa capire come io non sia solo brava solo con i guantoni, posso dare una mano".

Il pugilato è diventato il perfetto paradigma della sua vita, dopo ogni caduta si è sempre rialzata pronta a nuove sfide. Proprio per questo non pensa troppo in là: "Non so cosa farò un domani, vivo di obiettivi e c’è ancora troppo da fare".