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Novak Djokovic potrà giocare in Australia, o forse no. Il numero uno del tennis è un eroe in patria, e il campione più detestato in buona parte del mondo, ma esaltato nei Balcani e nei Paesi dell’Europa orientale. Novak, nomen omen, è diventato l’eroe dei no vax. Un giudice, Richard Kelly, ha dichiarato illegittimo il divieto di ingresso perché il tennista rifiuta di farsi vaccinare, e sostiene di essere guarito dal Covid, ma non è credibile. Non è detta l’ultima parola. Il ministro della Giustizia potrebbe a sua volta annullare il giudizio del magistrato. E l’Australia è una federazione, gli Open di tennis si giocano a Melbourne nello Stato di Canberra che sembra intenzionato a non far partecipare Novak al torneo. Da oggi all’inizio del torneo, il 17 gennaio, tutto è possibile. Djokovic, governo australiano: "Non può entrare nel Paese. Non è vaccinato" "Scenderò in campo", assicura Djokovic su Twitter, ma anche lui indeciso a tutto, non ha partecipato su Zoom alla conferenza stampa al ristorante di famiglia, il "Novak", ieri pomeriggio a Belgrado. "Il sì del giudice è la sua più grande vittoria", ha dichiarato la madre. "Ha vinto la giustizia - ha detto il fratello Djordje -, Novak ha vinto per quanti nel mondo credono nella libertà". In altre parole, per chi rifiuta il vaccino. "Mio figlio è perseguitato come Gesù - ha ripetuto il padre Srdjan -, è perseguitato perché viene da un Paese piccolo e povero, come la Serbia. Anche il premier, la signora Ana Brnabic, ha dichiarato che Novak è un patriota, con lui ha vinto la Serbia". Djokovic, i legali: "Ecco perché è esente dal vaccino anti Covid" Non sarebbe un gran danno per il campione, per la settima volta il numero uno dal 2011. L’anno scorso ha guadagnato sui campi da tennis in giro per ...
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