Mercoledì 24 Aprile 2024

Tagli e cessioni: Inter-Conte, è già tutto finito

Scontro su programmi e giocatori: ieri la risoluzione consensuale, buonuscita da 7,5 milioni. I tifosi non ci stanno: delegazione in sede

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di Giulio Mola

Non è bastato il tentativo disperato di Xavier Zanetti a fargli cambiare idea ("Lavorare con te è stato un onore e un piacere, ti meriti il meglio", le sue parole). E neppure l’affetto dei tifosi manifestato con la plateale protesta della Nord che ieri si è presentata davanti alla sede di Viale della Liberazione esponendo durissimi striscioni (“Zhang prenditi le tue responsabilità o lascia la nostra città” e “Mister, staff e giocatori non si toccano”) e chiedendo chiarimenti alla dirigenza che ha provato a rassicurare tutti dicendo che sarà fatto tutto il possibile per conservare la rosa, con un solo big che verrà sacrificato. La realtà è che dopo due stagioni nerazzurre e uno scudetto appena conquistato Antonio Conte non è più l’allenatore dell’Inter. Decisiva la distanza fra le ambizioni del tecnico (che aveva chiesto rinforzi, primo fra tutti De Paul) e i progetti di spesa della proprietà. In poche settimane si è passati dal trionfo alla resa. Colui che da giorni era diventato il guardiano davanti allo spogliatoio, pronto a impedire la cessione dei suoi fedelissimi (da Lukaku a Lautaro, da Hakimi a Barella fino a Bastoni, nessuno è incedibile) non ha accettato i nuovi piani societari di cui era a conoscenza già dall’inizio della primavera e che gli erano stati confermati dalla dirigenza alla vigilia dell’Udinese. E così al termine di una giornata infuocata le parti hanno trovato l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto, ufficializzata all’ora dell’aperitivo dalla società con un comunicato nel quale "si desidera ringraziare Antonio per lo straordinario lavoro svolto, culminato con il 19° Scudetto. Conte rimarrà per sempre nella storia del nostro Club". Sette milioni e mezzo (bonus compreso) la buonuscita per il tecnico, che potrebbe accasarsi al Psg o al Tottenham visto che è prevista anche una clausola che non gli consente di allenare in Italia il prossimo anno. L’Inter risparmia circa 11 milioni (al lordo Conte costava 17,5 milioni in virtù del decreto rientri), ma è solo l’inizio di un drastico ridimensionamento tecnico ed economico: iIl mercato dovrà essere in attivo di 100 milioni anche grazie alle plusvalenze, il monte ingaggi scenderà a 180 milioni.

L’irritazione di Conte per il comportamento di Steven Zhang da cui si è sentito preso in giro ma pure lasciato solo, è parsa palese da mesi, sin da quando Antonio aveva capito che ci sarebbe stato non solo “un rallentamento della crescita“, ma un vero e proprio “depauperamento“ della rosa. Non solo. Zhang è scomparso proprio mentre l’Inter cominciava a non pagare gli stipendi e accumulava debiti. E’ ricomparso con la bottiglia di champagne per festeggiare lo scudetto. Poi ha annunciato provvedimenti da “lacrime e sangue“, senza dare garanzie al di là del prestito ottenuto in extremis da Oaktree. E come se non bastasse il presidente si fa intervistare solo se nessuno gli chiede del futuro. Anche per questo Conte ha detto basta.