Superlega, l’armistizio è solo un’illusione

L’Uefa rinuncia a intervenire contro Real Madrid, Barcellona e Juve, poi chiede di ricusare il giudice spagnolo che bocciò le sanzioni

Migration

di Paolo Franci

A vederla così, di primo acchito, pareva un punto a capo. O, meglio, i titoli di coda per una vicenda che ha squassato il pallone europeo, già divorato dal maledetto virus. E’, invece, l’ennesimo colpo di maglio nella sfida tra titani. E cioè tra Uefa e scissionisti della SuperLega.

Quando da Nyon è arrivata la notizia dell’annullamento del procedimento disciplinare dell’Uefa contro i club promotori del progetto – che s’erano dovuti adeguare agli ultimatum di Uefa e governi (in Inghilterra) e alla fuga degli alleati – e cioè Juve, Real Madrid e Barcellona, per un attimo l’idea che fosse finita ha attraversato il pallone continentale. E’ bastato però leggere tra le affilate pieghe della mossa Uefa, per capire che trattasi di atto dovuto in attesa di impugnare nuovamente le armi.

Tra quelle pieghe c’è la richiesta di ricusazione dell’Uefa verso il giudice madrileno che aveva puntato il dito sull’Uefa, intimandole di ritirare le sanzioni (durissime) per i club promotori dell’onda scissionista. Quella toga spagnola, Manuel Ruiz de Lara, aveva disposto l’annullamento del procedimento disciplinare contro Barcellona, Juve e Real, minacciando di incriminare il numero uno dell’Uefa Aleksander Ceferin per disobbedienza. Come è noto, nel sistema giuridico europeo, le decisioni di un giudice ’domestico’ sono efficaci su tutto il territorio dunque all’Uefa non è rimasto che obbedire.

L’Uefa aveva già dovuto sospendere i procedimenti verso i tre club ribelli alcuni mesi fa. E, nella notte tra lunedì e martedì scorso, è arrivato l’annullamento. La stessa toga madrilena, tra l’altro, aveva dato disposizione di cancellare le sanzioni inflitte agli altri nove club scissionisti, tra i quali Milan e Inter, che avevano accettato una punizione in cambio del reintegro nel sistema: l’Uefa ha quindi sospeso le sanzioni economiche di 15 milioni di euro per ogni club oltre al 5% dei premi. Finisce qui? No. Perché se per la SuperLega appare come una vittoria, per Nyon è solo un passo indietro in attesa di farne due in avanti – almeno così pare – e cioè di una mossa obbligata e formale in attesa che la Corte di giustizia europea si pronunci. In sostanza, l’Uefa conta di spalancare nuovamente le porte dell’azione disciplinare una volta chiuso il procedimento dei giudici Ue del Lussemburgo, che entro il 15 ottobre raccoglieranno i pareri delle parti per poi esprimere un giudizio che sarà Cassazione, e cioè vincolante per tutti, club, Uefa, tribunali domestici. La coincidenza sta nel fatto che per quella data il giudice Ruiz de lara lascerà il suo incarico al Tribunale di Madrid, scenario che non ha indebolito la linea dura dell’Uefa. Ceferin ha presentato in Spagna una richiesta di ricusazione per Ruiz de Lara, motivandola con "significative irregolarità".

Il tutto (e per la serie: prevenire è meglio che curare) mentre nel paragrafo "Rischi connessi alle controversie in corso", del bilancio Juve, si fa riferimento a possibili – ma certo non auspicabili per il nostro calcio in generale – conseguenze della vicenda Superlega; alla creazione di "fondi di copertura del rischio" nel caso vi fossero provvedimenti e "l’esito dei procedimenti in corso (o di eventuali ulteriori) fosse sfavorevole per Juventus" determinando "impatti negativi, anche significativi, sull’attività, le prospettive e la situazione economica". Il club di Agnelli potrebbe essere esposto "al rischio di esclusione dalle competizioni Uefa".