Giovedì 18 Aprile 2024

Super tridente da corto muso

Paolo Grilli

Alla prima vera occasione stagionale per schierare il tridente dei sogni, Allegri non tentenna. Tutti dentro dall’inizio Chiesa, Vlahovic e Di Maria. Peccato che poi non sia una Juve da Festival, ma solo quella orgogliosamente votata alla sofferenza per salvare il corto muso fino a fine partita.

Se il Fideo è sempre più il capriccio irrinunciabile della Signora, gli ex Federico e Dusan sono stati rimandati al termine di una sfida con la Fiorentina che, emotivamente, li ha messi alla prova come poche altre. E che ha evidenziato il loro stato di forma ancora perfettibile.

Via i lustrini, le bollicine, le ansie da televoto, il diktat di brillare. La Juve sposa la filosofia più spiccia di Max attraversando uno dei guadi più impegnativi: riassumibile nella straniante circostanza di dover combattere per un obiettivo ignoto, finché la Giustizia Sportiva, e la Uefa, non avranno sentenziato in maniera definitiva sulle presunte malefatte. A confortare ora il popolo bianconero, in parte, c’è la ritrovata via della vittoria dopo gli choc di Napoli e quello con Monza. I famosi “piccoli passi“ non prevedono svolazzi. Per coerenza, tanto vale che i bianconeri procedano a una rivoluzione radicale della rosa, liberandosi di inutili fardelli sul bilancio. Serve pazienza, e il blasone non le dà quasi mai cittadinanza. Ma le operazioni roboanti sul mercato sono un’opzione che la recente storia ha già reso una maledizione. Con buona pace dei tifosi assuefatti ai grandi colpi.