Super Evenepoel, finalmente è la Vuelta buona

di Angelo Costa

Quest’anno la Liegi e adesso la Vuelta. Prima giri e giretti vari, fra Polonia, Norvegia, Danimarca e Belgio, in mezzo anche il grave incidente al Lombardia di due anni fa, quando volò da un ponte fracassandosi il bacino e bucandosi un polmone. A 22 anni non si può certo dire che Remco Evenepoel abbia avuto una carriera qualsiasi: gli mancava un grande risultato in una corsa a tappe, sulle strade di Spagna ha chiuso un cerchio ed ora è pronto a test più severi, vedi il Tour con Pogacar e Vingegaard. Non sorprende che Evenepoel conquisti un grande giro al secondo tentativo: al primo, sulle nostre strade, si spense dopo quindici tappe, poi si ritirò dopo una caduta. E’ servita a lui e anche a chi lo guida: Patrick Lefevere, manager del ‘branco di lupi’ della Quick Step, per proteggerlo, si è preso la colpa di avergli messo troppa pressione. Così Remco si è presentato in Spagna più sereno e più magro: in maglia rossa dal sesto giorno, ha tenuto testa a Roglic e forse ce l’avrebbe fatta anche senza l’ennesima caduta dello sloveno. Dal podio di Madrid, dove festeggia davanti allo spagnolo noto (Enric Mas) e a quello del futuro (Juan Ayuso, 19 anni), Evenepoel alza lo sguardo verso l’Australia: il Belgio lo schiererà accanto a Van Aert in un Mondiale che col passar dei giorni perde sempre più pezzi. Per infortuni o scelte bizzarre non ci saranno Alaphilippe, Roglic e Carapaz, ma ad aumentare la lista degli assenti è la decisione di molti team di non concedere i loro atleti per andare a caccia di punti in corse minori: l’Italia che oggi sceglie i dieci per la spedizione iridata ci ha rimesso Ulissi, la Spagna non avrà Mas e Valverde, la Francia Coquard.