Sui procuratori fate come il Drake

Italo Cucci

Ho letto che mute di (tardivi) scopritori di talenti, procuratori o faccendieri, sono in caccia di Wilfried Gnonto, il diciottenne italoivoriano esploso a grande fama nella notte di Italia-Germania. Gioca nello Zurigo, vogliono riportarlo in Italia. Per dargli fama e denaro che la Svizzera oculata non gli dà, mentre in realtà ha senza fracasso allevato un signor giocatore ripudiato dall’Inter. È mia colpa se non conosco le regole mercantili della Confederazione Elvetica ma mi sento in dovere di raccomandare a “Willy” e al papà che l’ha tirato su come si deve di tenerlo lì. Da queste parti - ormai da tempo - il Calciobusiness è diventato un inferno di cattive intenzioni, di contratti scandalosi, di equivoche operazioni sotterranee, di scontri scostumati, di milioni sperperati mentre metà dei club hanno gravi problemi economici e l’altra metà è diventata americana non avendo ottenuto il gradimento degli sceicchi che pretendono spettacoli d’alta classe anche se il Paris e Messi per ora fanno solo avanspettacolo con veterocampioni che hanno le smagliature come le calze di nylon delle soubrettine d’antan.

Giuro che non ho ancora perfettamente compreso cosa sia successo a Salerno fra il neopresidente Jervolino e l’antico navigatore Sabatini.

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