Storica Atalanta a un soffio dalla semifinale

Segna Pasalic, Gasp vede l’impresa: ma nel recupero l’incredibile uno-due di Marquinhos e Choupo-Moting manda avanti il Psg.

di Fabrizio Carcano

L’Atalanta subisce la più atroce delle beffe. Prende due gol al novantesimo e viene eliminata dal PSG quando ormai la semifinale era già in tasca. Un suicidio clamoroso e doloroso. Che fa malissimo perché la Dea per 89 minuti ha cullato un’impresa clamorosa, sfumata nello sprint finale per 1-2 quando i nerazzurri sono di fatto rimasti in dieci per l’infortunio che ha azzoppato Freuler con i cambi completati. Un piccolo meccanismo che si è ingrippato bloccando tutto il motore atalantino frantumando il sogno di Bergamo quando ormai era ad un millimetro per diventare realtà. Il calcio è questo. Peccato per una Dea che in questa Champions pur essendo una debuttante era stata in grado di superare turni e avversari, fino a sfiorare l’apoteosi del successo sul Paris St Germain. Che pareva domato e ridimensionato con una prestazione corale, da gruppo con la G maiuscola, da uno per tutti applicato sul rettangolo verde per novanta minuti.

Stava per concretizzarsi una vittoria di squadra, una vittoria stringendo i denti e difendendosi all’occorrenza, contro un PSG che ha giocato appoggiandosi sul talento immenso ed eternamente incompiuto di un Neymar genio e sciagure, capace di infiammarsi con giocate da standing ovation concluse con errori da dilettante. Un fenomeno, poi affiancato nella mezz’ora finale da Mbappe’, contro undici lupi. Il branco tante volte evocato da Gasperini. Il branco che ha fatto la differenza in tutta questa cavalcata in Champions, eliminando Dinamo Zagabria, Shakthar e Valencia, il branco che ha azzannato alle caviglie i campioni da ingaggi milionari della corazzata parigina. Che sembrava affondata da un siluro di Pasalic, giocatore simbolo della filosofia atalantina. Due anni fa il Chelsea lo ha scartato dopo cinque anni di prestiti senza acuti, l’Atalanta lo ha portato a Bergamo per un milione di prestito, costruendone un giocatore da vetrina europea riscattati ad appena 15 milioni. Suo il gol a novembre contro il City che ha regalato il primo punto alla Dea, tenendo viva la fiammella della rimonta per la qualificazione, suo il gol in Ucraina che ha steso lo Shakthar, sua la rete che ha girato il match ieri sera al Da Luz. La rasoiata di Pasalic sembrava aver indirizzato la gara verso la Dea, che da quel momento aveva costretto gli avversari ad aprirsi, scoprendosi brava a difendersi. Limitando nella ripresa con mestiere la sfuriata rabbiosa di un PSG che si ostinava a puntare solo sulla corsa e sulle invenzioni di Neymar. Sembrava il buco nero del PSG, poi quel finale incredibile e crudele. Con due reti in due minuti. L’Atalanta stanca arranca e arretra, il Paris assedia e da un errore difensivo al novantesimo arriva il gol beffa di Marquinos. Sarebbero supplementari ma la Dea si sfalda mentalmente e il PSG con freddezza la trafigge, con una giocata di Neymar concretizzata da Choupo Moting. L’eliminazione arriva come una doccia fredda, ma il calcio è questo, il branco di lupi ha lottato, il PSG aveva i campioni per deciderla all’ultimo miglio. La Dea torna a casa tra gli applausi.