Mercoledì 24 Aprile 2024

Stile e cuore gli Slam più belli di Federer

Roger annuncia: "La Laver Cup ultima tappa". Dal 2002 venti anni al top. Una lezione di eleganza per tutti. E il suo aiuto ai bimbi dell’Africa

Rafael Nadal e Roger Federer a Wimbledon nel 2019 (Ansa)

Rafael Nadal e Roger Federer a Wimbledon nel 2019 (Ansa)

Vent’anni dopo quel 2 luglio del 2002, giorno in cui il tennis cambierà per sempre grazie a quel ragazzino svizzero con i capelli lunghi imprigionati da una fascetta di stoffa, c’è un’altra data che diventa tatuaggio nella storia della racchetta: 15 settembre del 2022. E’ il giorno in cui Roger Federer annuncia il suo ritiro. "E’ il momento di mettere fine alla mia carriera. La Laver Cup della prossima settimana sarà il mio ultimo torneo". Bum.

Si diceva di quel 2 luglio di vent’anni fa. Il giorno in cui il tennis non sarà più lo stesso resta impresso in poche righe di un titolo di giornale. Anzi ‘Del’ giornale, con la maiuscola, il ‘Times’. Un titolo diretto, efficace profetico: "Segnatevi questa data, è il giorno in cui tutto è cambiato a Wimbledon".

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Quel giorno il giovinotto svizzero dai capelli lunghi, la fascetta alla Borg, le collane e un tennis che pare uscito da un affresco seicentesco, mette sotto il sovrano dell’erba di Wimbledon. King Pete Sampras non perde da cinque anni e cioè dal ’96. Gli è successo dopo 31 vittorie di fila contro Krajicek. Un incidente di percorso in mezzo a 56 vittorie su 57 incontri, Roba da primo Tyson. Poi, quel match agli ottavi contro Roger Federer che vince in cinque set: 7-6(7) 5-7 6-4 6-7(2) 7-5. Dirà poi l’americano: "Ho conosciuto tanti giovani di talento ma, credetemi, questo è speciale".

Da lì partirà una storia che diverrà leggenda, nella magnifica sfida con il rivale di sempre e grande amico Rafa Nadal, al quale è e resta legatissimo al punto che, all’inagurazione dell’Academy dello spagnolo Roger, ospite d’onore sul parco dirà: "Se un giorno i miei figli vorranno giocare a tennis, mi piacerebbe che lo facessero qui". Per molti, la purezza del confronto tra due grandi campioni non avrebbe dovuto crescere ed esaltarsi con la regola del terzo incomodo, Nole Djokovic. E’ però indubbio come questi tre abbiano dato vita a uno spettacolo che solo ora inizia a sfumare nelle pieghe implacabili dell’età che avanza. Federer li saluta pur senza nominarli nella lunga missiva di addio: "Sono stato fortunato a giocare alcuni match epici". Poi ha spiegato la scelta: "Gli ultimi tre anni mi hanno presentato delle sfide sotto forma di infortuni e operazioni - scrive Federer -. Ho 41 anni. Ho giocato più di 1500 partite in 24 anni (con 20 titoli dello Slam ndr). Il tennis mi ha trattato più generosamente di quanto io potessi immaginare, ma ora è arrivato il momento di dire basta". Federer è molto altro, che per modestia non cita: l’aiuto ai bambini africani, moltissimi dei quali hanno potuto studiare grazie a lui, in omaggio alla mamma sudafricana. E poi quell’esempio eterno di stile per tutti.

La Laver Cup alla O2 Arena di Londra sarà quindi la sua ultima apparizione da professionista. Dunque, se il futuro è già iniziato con un 19enne spagnolo, Alcaraz, numero uno del mondo, godiamoci per l’ultima volta un pezzo unico di 41 anni che ha dipinto, più che scritto, la storia del tennis degli ultimi venti anni.

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