Leo Turrini Non ci resta che l’Inter. Vincendo un derby più intenso che bello, più combattuto che spettacolare, la squadra di Simone Inzaghi ha acquisito l’etichetta di unica, per quanto improbabile!, alternativa al Napoli dominante. Tredici punti da recuperare, in effetti, sono un Everest da scalare a mani nude: ma sono stati i nerazzurri a mettersi in questa condizione, pur essendo stati gli unici a battere gli azzurri di Spalletti. Ma l’unica conseguenza immediata di una stracittadina milanese non esaltante, insomma, è il fine corsa per il Milan di Stefano Pioli. Non c’entra il gol di Lautaro Martinez, che dopo il Mondiale non ne sbaglia più una. Qui siamo in presenza di un Diavolo che non ne azzecca più una. Chi detiene lo scudetto non può affrontare il derby con uno spirito da provinciale: io non ricordo un tiro verso la porta di Onana, tanto per capirci. Detto tutto questo, è il momento di chiedere sommessamente scusa a Luciano Spalletti. Mi spiego: trentatré anni dopo l’ultimo scudetto di Diego Armando Maradona, il Napoli sta facendo qualcosa di straordinario. Segue all’interno