Alessandro Bovolenta: "Somiglio a papà Vigor, ma so vincere da solo"

Alessandro Bovolenta mvp dell’Europeo under 20 vinto dall’Italia: "Non ho potuto vedere come giocava Vigor, ero troppo piccolo"

Alessandro Bovolenta premiato come Mvp dell'Europeo under 20

Alessandro Bovolenta premiato come Mvp dell'Europeo under 20

Nemmeno un premio Nobel saprà mai spiegare come funziona la traiettoria del destino, come facciano i cromosomi a combinarsi rimbalzando nel flipper della vita. E a mandarci in tilt l’anima mentre guardiamo un ragazzo di 18 anni che si costruisce un futuro da campione, e ci sembra di rivedere suo padre che troppo presto ha scavalcato la rete per saltare in cielo.

Alessandro Bovolenta è figlio di Vigor, il campione buono scomparso dieci anni fa in campo. Alessandro Bovolenta da domenica è campione d’Europa con la nazionale under 20, miglior giocatore della kermesse. Alessandro è un ragazzo che a 18 anni ragiona come se ne avesse trenta, e se non ci credete andate avanti a leggere.

Alessandro, come ci si sente da miglior giocatore d’Europa?

"Sinceramente? Me la gusto e sento questo premio soltanto perché la squadra ha vinto l’Europeo. Mi hanno detto che me lo merito, ma se ho questo trofeo individuale è grazie alla squadra, e allo staff che dal 12 giugno ha creduto in me in modo incredibile. E’ grazie a loro se ho potuto giocare tranquillo e fare quello che sentivo mio. Il premio è un plus, ma senza la vittoria di squadra non ne andrei fiero".

Lei in pochi mesi è cresciuto in modo esponenziale.

"Sento che è così, è stato fatto un lavoro pazzesco sul piano fisico e mentale. E’ stata lunga e dura, mentre i miei amici passavano l’estate a divertirsi io ero lì a fare fatica, ma in realtà è stato un piacere. E’ il mio lavoro, e mi sento molto migliorato".

Che cosa avete fatto sul piano mentale?

"Ci hanno affidato a una psicologa e tutto lo staff ci ha insegnato come sbagliare, ma soprattutto come reagire agli sbagli. Come vincere e come perdere, come mantenere il controllo. Credo che sia un passaggio fondamentale in tutti gli sport, ci hanno dato i mezzi per capire come reagire senza darci pressione. In finale stavamo vincendo 2-0 contro la Polonia, poi ci hanno raggiunto, ma abbiamo dominato il tie-break grazie alla forza mentale".

La seniores ha vinto il mondiale con un coach che non urlava mai.

"Vero, secondo me è una questione di tranquillità in campo e dello staff. Se vedi che l’allenatore è calmo e ti dà consigli, che non ha paura di perdere e ha fiducia in te, riesci a rendere meglio. E’ per questo che nel 2022 l’Italia ha vinto undici titoli, a tutti i livelli, su 12 competizione. Qualcosa di surreale".

Che rapporto ha con Julio Velasco, dt del vivaio azzurro?

"Lui è il motivatore e allenatore perfetto, sa che cosa dire nel momento giusto. Abbiamo legato moltissimo questa estate, lo reputo il migliore. Dopo averlo conosciuto in questi tre mesi ho capito perché ne parlavano così, che cosa ha provato mio papà ad essere allenato da lui, che cosa ha fatto vincere l’Italia dei Fenomeni".

Avete parlato di suo padre?

"In realtà non l’ha mai fatto per aprire un confronto, sa che siamo persone e giocatori diversi, anche per ruolo. Poi è chiaro che molti il paragone lo fanno: parliamo allo stesso modo, siamo simili fisicamente e qualcosa avrà pensato anche Julio, ma non me l’ha mai detto".

Difficile essere figlio d’arte?

"Adesso no, da piccolo un po’ di più perché ogni volta che ti paragonano, ti danno pressione. Ora la pressione la sento perché c’è la partita, nessuno me la mette perché sono figlio di Vigor. E’ questo è un passaggio di cui sono felicissimo".

Lei somiglia a suo padre nei lineamenti e nelle movenze, eppure non l’ha potuto ’copiare’. "No, io non ricordo proprio come giocava, ero troppo piccolo, ricordo poco anche come parlava. La somiglianza è una cosa genetica".

Prossimo obiettivo?

"Fare una bella stagione in a2 con Ravenna guidato da Marco Bonitta, che fece crescere anche papà nelle giovanili. E ci tengo molto all’under 19 del club, possiamo andare lontano".

Ha vinto l’Europeo in azzurro e pensa all’under 19 col club?

"Certo, l’Europeo è già passato. Bisogna guardare avanti".