Mercoledì 24 Aprile 2024

"Soldi agli arbitri": è bufera sul Barcellona

Il club azulgrana avrebbe versato 1,3 milioni al vicepresidente. La replica della società: "Era una consulenza sui direttori di gara"

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Paolo Franci

C’è uno scandalo grosso così che agita la vigilia di quella che, poco tempo fa, sarebbe stata comodamente una finale di Champions League, Barcellona-Manchester United, oggi sfida nel sottoscala del pallone continentale, l’Europa League.

Uno scandalo tirato fuori dalla ’radio degli scoop’, Cadena Ser Barcellona durante la trasmissione radiofonica “Qué t’hi jugues”, in contemporanea con il prestigioso quotidiano madrileno As. Secondo quando riportato dall’emittente e dal giornale,negli anni 2016, 2017 e 2018 il Barcellona ha versato bonifici superiori a 1,3 milioni di euro a un ex arbitro che in quel momento era vicepresidente del comitato arbitrale spagnolo. Apriti cielo.

Il Barcellona, investito da una vicenda che subito (e ovviamente) s’è tinta di giallo, ha provato a spiegare la ragione di quei versamenti, affilando la lama della querela per tutti coloro che oseranno costruire castelli su questa storia, legando il buon nome del club a chissà quali affari illegali. "A seguito della informazioni apparse su alcuni media, va detto che il Barcellona - è la nota del club - i ​n passato, si è avvalso dei servizi di un consulente esterno per le relazioni tecniche sui giocatori di categoria inferiore nello stato spagnolo. Inoltre - prosegue la nota - questo stesso consulente ha fornito consulenza arbitrale, cosa normalissima nei grandi club, infatti oggi abbiamo questo ruolo integrato nell’organigramma ed è assegnato all’area calcio, con assoluta normalità".

La vicenda ha preso origine per un controllo accurato degli ispettori del fisco spagnolo, insospettito dalle fatture emesse da una società chiamata Dasnil 95. DI quella società messa sotto al microscopio dagli incaricati del fisco,risulta una solo socio unico e cioè José Maria Enriquez Negreira, arbitro di lunga militanza nella Liga tra il 1980 e il 1992. Una volta appeso il fischietto, Negreira ha intrapreso la via dirigenziale passando alla alla vicedirezione degli arbitri nel comitato spagnolo. Secondo quanto emerso dall’indagine degli agenti del fisco, la Dasnil 95 ha incassato dal Barcellona 532mila euro nel 2016, 541mila nel 2017 e 318mila nel 2018.

E qui le tesi su quei pagamenti prendono vie diametralmente opposte. Secondo il club blaugrana quei soldi sono stati versati per avere relazioni tecniche sui fischietti spagnoli. Prassi che, secondo il Barcellona sarebbe una pratica molto diffusa tra i club della Liga spagnola. Di tutt’altro avviso, invece, gli 007 del fisco iberico che considerano quei pagamenti il mezzo per assicurarsi benevolenza arbitrale e cioè per far sì che non vi fossero decisioni sfavorevoli, in un clima di arbitraggi totalmente neutrali. Le fatture al centro della bufera sono state emesse dal Barcellona all’epoca del ’regno’ del presidente Josep Maria Bartomeu, che però ha già fatto sapere che questa pratica l’aveva ereditata dalla gestione Laporta e già nei conti del club sin dal 2009. Il rapporto si è poi chiuso nel 2018 quando l’ex arbitro ha concluso il suo rapporto con il mondo arbitrale spagnolo.

Laporta, di nuovo alla guida del club da due anni, per ora non ha rilasciato dichiarazioni, ma ha sottolineato come la storia sia venuta fuori proprio ora che il Barcellona è tornato a primeggiare nel campionato spagnolo. Nel frattempo (e per adesso) gli inquirenti hanno convocato per una deposizione Albert Soler, ex dirigente del club e e l’ex amministratore delegato Oscar Grau. Per ora, non sarebbe emersa però, documentazione scritta del rapporto tra Negreira e il Barcellona e lui avrebbe dichiarato che quel rapporto si sarebbe snodato soltanto attraverso relazioni verbali e non scritte. Sulla scena, è entrato anche il figlio dell’ex dirigente arbitrale, che al tempo in cui il padre dirigeva gli arbitri spagnoli, lui prestava opera di coaching motivazionale per alcuni di questi.