Giovedì 25 Aprile 2024

Sinner, la normalità di un vero fenomeno

Oggi la semifinale a Miami con Bautista Agut, già battuto a Dubai. Jannik ha tutto per puntare al massimo e per dare l’assalto ai ‘Big Three’

di Paolo Grilli

E se il segreto di Jannik Sinner fosse quello di essere proprio... umano? Il kazako Alexander Bublik, sconfitto dalla stella 19enne nei quarti a Miami, ha avanzato dubbi, in merito, nel complimentarsi con lui a fine partita. E il nostro ha risposto con un sorriso spontaneo e un po’ timido. Quello di un ragazzo che, ormai al numero 24 Atp, vede già le vette mondiali del tennis. Ecco perché Sinner può umanamente ambire al top. Vada come vada la semifinale di oggi contro lo spagnolo Bautista Agut (inizio non prima delle 19 italiane), già battuto a Dubai due settimane fa dopo una battaglia durata tre set.

Il gioco. Si parte da qui. Jannik ha una potenza rara, nonostante una muscolatura non scultorea. Servizio, dritto e rovescio sono fluidi ed efficaci, senza punti deboli evidenti. La risposta è solidissima. E a rete può ancora migliorare tanto.

La mentalità. Jannik è saldissimo di nervi, qui dimostra dieci anni in più. Contro l’estrosissimo Bublik ha vinto due set in cui era sotto di un break. Una sfida in apnea punto a punto è il suo habitat naturale. Nell’ultimo Roland Garros è l’unico ad aver davvero impensierito il re Nadal, quasi soffiandogli un set. Il coach Riccardo Piatti afferma che Jannik è unico perché l’allenamento lo diverte, in ogni sua forma. Il gusto di fare fatica, l’umiltà che si fa sempre risorsa. Le origini. Sinner non si è formato in club tennistici esclusivi, è sceso in campo a sette anni per le prime lezioni e la sua famiglia – papà cuoco e madre cameriera – lo ha sostenuto sempre sottolineando il valore del sacrificio. Allenandosi già da 13enne a centinaia di chilometri da casa, a Bordighera in Liguria, Jannik ha imparato ben presto a contare molto su se stesso.

Le statistiche. A chi nutrisse dubbi sull’effettivo valore dell’azzurro, sarebbe utile sapere che Sinner ha vinto il suo primo torneo Atp, l’anno scorso a Sofia, a un’età inferiore a quella in cui Roger Federer conobbe il suo primo trionfo, a Milano nel 2001. E a Miami, proprio lo svizzero e Rafael Nadal raggiunsero la loro prima semifinale ’Masters 1000’: solo lo spagnolo, dei due miti della racchetta, però a un’età inferiore a quella di Jannik. Dei 7 teenager già giunti come lui in ’semi’ a Miami nella storia, 5 sono diventati poi numeri 1. Come Djokovic.

Equilibrio. Jannik sembra sempre padrone della situazione. Quando perde non cerca scuse, capisce di non aver fatto abbastanza ed evita drammi inutili. Ha una fidanzata influencer, Maria Braccini. Ma lui non vuole farsi influenzare dai troppi riflettori: "La mia priorità è il tennis".