Sinner come Panatta, e Roma s’innamora

Il tifo aiuta Jannik a battere il serbo Krajinovic, ora la sfida a Tsitsipas: "Devo alzare il livello". Avanza Djokovic, Nadal eliminato

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di Paolo Franci

La prima volta di Jannik Sinner è dolce come l’amore immaginato che - sì, succede - sa arrampicarsi nella vita reale. Perché di amore e racchetta stiamo parlando. Cos’altro potrebbe essere quel coro dei 10mila del Centrale - "Jann-ik! Jann-ik!" con il nome spezzato a rigor di metrica e le tre battute di mano a far da ritmica? Una colonna sonora che ricorda quell’ "Adria-no!" di quasi cinquant’anni fa, anch’esso con il battimano a mo’ di percussione. Sì, la prima volta di Jannik nei quarti di Roma è bella, vissuta, voluta contro un giocatore, il serbo Krajinovic (54 del ranking), che s’è fatto agnello nel primo set, dominato da un Sinner col punto esclamativo, e poi lupo nel secondo, vinto da Jannik al tie-break. E’ finita 6-2, 7-6, non senza un brivido nell’epilogo salvato e poi chiuso con due ’prime’ bomba.

Quel che mette un minimo di ansia a quei diecimila del Coro del Centrale, è il doppio Sinner visto ieri. Perfetto nella mezz’oretta in cui ha schiantato l’omone serbo. E, pure, nell’avvio di secondo set il parziale di 2-0 è parso decisivo. E invece da lì in poi Sinner è calato,Krajinovic è cresciuto e il match è diventato un duello di quelli tosti fino al tie-break, risolto grazie a due prime di servizio scintillanti. "Credo di aver giocato bene ma, vero, il servizio nei momenti decisivi mi ha dato una bella mano". Così come il pubblico che ha scaldato il gelido Jannik, sciolto al punto da incitarlo a tifare come fanno di solito i calciatori.

E ora, c’è uno di quei monumenti della racchetta, Stefanos Tsitsipas (ha superato Khachanov in tre set, ai quarti anche Zverev e Djokovic, non Nadal battuto da Shapovalov) che Sinner s’è messo in testa di buttare giù. Anzi, ha cambiato allenatore, da Piatti a Vagnozzi, per arrivare a giocarsela alla pari con brutti ceffi - sportivamente, s’intende! - come il biondo greco, che agli ultimi Open australiani lo ha battuto 6-3, 6-4, 62. A Barcellona, nel 2021, ’Tsitsi’ ha vinto in due set con un doppio 6-3, mentre con gli altri due precedenti, entrambi qui a Roma siamo in pareggio. Nel 2019, Stefanos batte un giovanissimo Sinner 6-3, 6-2. L’anno successivo, la vendetta di Sinner: 6-1 6-7 6-2.

"Sì, in Australia lui ha vinto e ha giocato bene, io meno. Ora altra storia, altro periodo, altra superficie...". E’ fiducioso, Jannik, e nella sua rincorsa ai big della top five, questo match è una cartina al tornasole. "Vediamo quanto sono migliorato, è un bel test per me". Ha raccontato di aver lavorato molto non solo sul cambio di ritmo, con coach Vagnozzi, una cosa che un po’ gli mancava: "ma sull’essere più intelligente, guardando l’avversario, dove si trova, come è messo. I colpi non devono essere per forza perfetti perché è più importante sapere dov’è e cosa fa chi è dall’altra parte della rete. Poi certo, come avete visto sto variando, giocando più smorzate". E’ migliorato anche il servizio, con la prima costantemente oltre i 200 orari. L’imperativo, oggi, sarà tenere il livello di gioco della prima mezz’ora per più tempo possibile, non c’è altra via: "Sì, devo alzare il livello subito con Tsitsipas e vediamo che succede...". Sul nuovo coach Vagnozzi: "Mi pare di conoscerlo da una vita. Mentre gioco, lo guardo nel suo box e ci capiamo al volo". Anche se poi, quando vanno a cena al ristorante, una tantum: "Io mangio affettati e pasta al ragù e lui una bella carbonara...".