Venerdì 19 Aprile 2024

Simone Origone: "Sugli sci a oltre 250 all’ora, pura passione"

Il campione di Ayas ha vinto la sua 14esima Coppa del mondo di velocità. "Ho trovato la mia strada dopo un malore da ragazzo"

Simone Origone

Simone Origone

Roma, 1 aprile 2023 – Sullo stato di WhatsApp, Simone Origone ha scolpito il suo credo: “A manetta..!“.

Nessuna metafora, pura realtà. Quando va in picchiata sugli sci, accelera da 0 a 200 chilometri all’ora in meno di sei secondi, come un bolide di Formula Uno. Doppiamente straordinario: il re dello speed skiing, il chilometro lanciato di una volta, a 42 anni è ancora lì ad alzare Coppe del Mondo (ha appena vinto la sua 14esima di specialità), e la mattina dopo il secondo posto nell’ultima gara di stagione è in servizio come tecnico dell’elisoccorso nella sua amata Valle d’Aosta.

Origone, la prima domanda è d’obbligo: chi glielo fa fare?

"Solo la passione. La velocità è affascinante, mi piace, mi diverte. Non mi voglio fermare qui".

Come si è lanciato in questa carriera?

"Sono nato a Champoluc, la mia vita si è legata da subito alle montagne. Avrei sognato di diventare un campione di sci ’tradizionale’, ma tutto si è fermato quando ho avuto un malore gareggiando per l’Esercito. Solo dopo i venti anni ho provato il chilometro lanciato e i risultati sono arrivati rapidamente".

Ci descriva la sensazione di scendere a più di 250 chilometri all’ora sulla neve. Non c’è un briciolo di paura, anche dopo tutti questi anni di gare?

"In realtà la competizione ti porta a vivere tutto molto razionalmente, alla ricerca del massimo risultato. Quando scendi ti senti come dentro una bolla. Certo, quando poi ti alzi dopo aver passato la fotocellula, l’aria che ti arriva addosso ti dà una botta considerevole. E quando sei ’a tutta’, ti può capitare di spigolare con lo sci. In quei casi, l’adrenalina è tanta...".

Il 22 marzo fa il francese Billy ha siglato a Vars il record assoluto di velocità, un incredibile 255,5 chilometri all’ora. Si è così preso un primato mondiale che apparteneva a suo fratello Ivan Origone, e lei è arrivato poco distante, con 254,05 chilometri all’ora.

"Ancora penso a questa gara... Ho decisamente sbagliato il materiale messo sugli sci e l’ho pagato. Se si guarda alla mia discesa dal punto di vista tecnico, ho fatto decisamente meglio di Billy, ma mi è andata male. Non credevo nemmeno di aver superato i 250 all’ora".

Come ci si prepara a questa specialità così particolare?

"Ovviamente la parte fisica non deve mancare. Siamo in pochi a dedicarci a queste gare, l’allenamento sul campo in sostanza avviene proprio sui pendii di gara facendo le prove, o su quelli in uso a tutti gli sciatori, ma all’alba, quando sono chiusi. Poi c’è tutta una parte relativa alla ricerca aerodinamica. Negli anni ho provato in gallerie del vento grazie a conoscenti e sponsor, ma posso dire che molte delle innovazioni per scendere più veloci sono arrivate grazie a mie intuizioni".

Come ha vissuto la rivalità in casa con suo fratello?

"Posso dire di averlo trascinato io verso i grandi risultati che ha avuto, lui è più giovane (sorride, ndr). Non nego che qualche tensione ci sia stata fra di noi in certi momenti, ma in generale ci siamo sempre sostenuti. Quando uno di noi era fermo, magari per infortunio, l’altro lo sosteneva".

Lei è maestro di sci, guida alpina, tecnico di elisoccorso e pure scalatore, con un record di ascese concatenate su tutte le 21 vette di Monte Rosa e Cervino nel 2007. Come stanno, le sua amate montagne?

"Come guida alpina, sono uno che vive sui ghiacciai. E li vedo calare tanto, a causa del cambiamento climatico. Fa male al cuore. Ci vorrebbe un’estate non così calda per recuperare un po’. Ma le previsioni non sembrano andare in questa direzione".