Martedì 16 Aprile 2024

"Siamo tifosi, non clienti: ridateci le squadre"

I fans di Manchester United, Wimbledon e Arsenal fondano club minori in polemica con le proprietà straniere: "Vogliono solo i nostri soldi"

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L’ingresso dell’Emirates Stadium; sotto, lo striscione esposto dal Dial Square.

di Doriano Rabotti

È difficile pensare che in Inghilterra qualcuno possa conoscere il vecchio spot pubblicitario (la réclame, come la chiamavamo allora) dell’amaro Cynar con Ernesto Calindri, e il mitico slogan “contro il logorio della vita moderna...“. Di sicuro però ci sono appassionati di calcio che vivono come logorante il traffico internazionale di proprietà, che riguarda da vicino anche l’Italia: anche qui ormai siamo pieni di stranieri, tra fondi, sceicchi e magnati che si prendono i ’brand’, famosi o meno, per puro calcolo economico.

Gli affari sono affari, ma al cuore dei tifosi non si comanda. La pensano così i supporters inglesi di tre squadre storiche come Manchester United, Wimbledon e Arsenal, che non si sono voluti arrendere alla cessione dei loro simboli in mani d’oltre Manica. Mentre i club si strutturavano per aumentare i guadagni su un mercato mondiale, il legame con il territorio andava facendosi sempre più labile. E così qualche tifoso ha deciso di fondare società alternative, che esprimano meglio il senso della comunità. E pazienza se non si gioca in Premier League: questa è la nostra squadra per davvero...

L’ultima in ordine di tempo è il Dial Square, la costola nostalgica dell’Arsenal. L’ha fondata tre anni fa un imprenditore edile, Stuart Morgan, grande tifoso dei Gunners che non riesce a rassegnarsi alle ruspe passate sul cuore in questi anni, dalla demolizione di Highbury al passaggio del club nelle mani americane di Stan Kroenke, nel 2018. Così ha fondato la squadra che riprende il primo nome dell’Arsenal del 1886, quello del piazzale davanti alla fabbrica di armi Woolwich Warren dove lavoravano gli operai che lo fondarono: "Noi incoraggiamo tutti a tifare per l’Arsenal – racconta Morgan – ma il problema sono i soldi, trattano i tifosi come clienti. Ci fanno sentire che l’unico motivo per cui esistiamo è spendere altri soldi".

Il Dial Square gioca nella Lega Intermedia delle Contee, dodicesima serie inglese. Ha la maglia bordeaux delle origini dell’Arsenal, un logo simile con il famoso cannone più la scritta in latino ’Renascitur’. Gioca nel Surrey ad Alwyns Lane e sugli spalti presenta due striscioni: “tenete l’avidità fuori dal football“ e “creato dai poveri, rubato dai ricchi“.

Ventuno anni fa qualcosa di simile fecero i tifosi del Wimbledon, nel frattempo il club che giocò anche in Premier è sparito mentre l’AFC dopo cinque promozioni in otto anni è approdato nella quarta divisione britannica. Sta preparando uno stadio da ventimila posti ristrutturando quello storico di Plough Lane.

A Manchester dal 2005 esiste l’FC United di Manchester, che è appena retrocessa nella Northern Premier League, l’equivalente della nostra Prima Categoria. Nacque per reazione alla cessione del vero United agli americani Glazers. Gioca a Broadhurst Park, 4.400 spettatori, nel quartiere di Moston. Non impensierirà mai né lo United degli yankee, né il City degli emiri. Ma almeno è inglese.