Mercoledì 24 Aprile 2024

Si sfila il pm ’tifoso’, la Juve spera

Santoriello si astiene dal sostenere l’accusa dopo l’inchiesta Prisma: pesano le dichiarazioni anti bianconeri

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di Paolo Grilli

Un passo indietro che, come commenta il procuratore capo di Torino Anna Maria Loreto, denota "alto senso istituzionale e attaccamento all’ufficio". Ma che, d’altro canto, riassume anche la tensione di tutte la parti dell’inchiesta ’Prisma’, non solo della Juve. E che conferma, pure, il potere dei social nel decidere gli equilibri in una vicenda che impasta l’emotività – quella del tifo – al rigore che impone la legge.

Il pm di Torino Ciro Santoriello, non sosterrà l’accusa in aula e quindi non prenderà parte, lunedì 27, all’udienza preliminare del processo nei confronti degli ex dirigenti del club bianconero. Il magistrato ha comunicato la decisione di astenersi, e davanti al Gup Marco Picco che dovrà decidere degli eventuali rinvii a giudizio ci saranno quindi gli altri due sostituti Mario Bendoni e Marco Gianoglio che con lui hanno condotto l’indagine.

Comprensibile, la scelta di Santoriello, finito al centro di una bufera mediatica dopo che era circolato il video di un suo intervento del 2019 a un convegno in cui si dichiarava "tifosissimo del Napoli. Odio la Juventus – aveva aggiunto il magistrato – da pubblico ministero sono anti juventino, cioè sono contro i ladrocini in campo".

Esternazioni che a inizio febbraio avevano innescato una polemica di ampie proporzioni. Vaste quanto la platea dei tifosi bianconeri che ha ritenuto quanto meno inopportuno avere come titolare dell’accusa un magistrato apertamente in contrasto, sul piano del tifo, al club finito nel mirino. Santoriello era stato però il magistrato che nel 2016, aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine sulla Signora relativa ad altri reati economici. Uno degli avvocati difensori della Juve, Luigi Chiappero, è intervenuto ritenendolo "un pm colto che non hai confuso il calcio con il diritto": ma ormai il dado passionale era tratto, con il magistrato bollato dai più come "anti juventino".

Va da sé che nulla, in realtà, cambierà in vista di un possibile processo. L’assenza del magistrato in udienza nulla intacca degli atti prodotti dall’accusa in mesi di indagine sui bilanci della Juve dal 2018-2019 al 2021-2021, con le ipotesi di reato che vanno dalle false fatturazioni alle false comunicazioni sociali, all’aggiotaggio all’ostacolo alla vigilanza. Sono indagati il club e dodici persone, tra cui Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Pavel Nedved e Fabio Paratici. Sul piano formale, quanto deciderà il Gup tra quattro giorni non dovrebbe avere riverberi sull’esito della seduta del Collegio di Garanzia del Coni che, sul piano sportivo, sarà chiamato il 19 aprile a esprimersi dopo il ricorso della Juve contro la penalizzazione di 15 punti inflitta dalla Corte Federale d’Appello per le plusvalenze. Ma certo, eventuali proscioglimenti cambierebbero il quadro della situazione, visto che l’inchiesta sportiva si fonda su elementi forniti dalla procura di Torino.

E non sarà finita qui: perché il procuratore della Figc Chiné indaga ancora sull’ampio fronte dei bilanci e degli stipendi bianconeri, sempre facendo base sugli atti torinesi. Con il rischio concreto che provvedimenti definitivi, poi, si inoltrino in estate.