Sheriff, la favola Real del paese che non c’è

La squadra che ha battuto i Galacticos proviene dalla Trasnistria, che non è riconosciuta dall’Onu: e pesca dalla serie D brasiliana

Migration

di Paolo Franci

Quando in campo è entrato Cristiano, non ’Quel’ Cristiano ma un 28enne brasiliano pescato nella Serie D carioca, se la ridevano alla grande al Bernabeu.

Il giorno dopo la Grande Disfatta contro un gruppo di ragazzi tosti e sfacciati al punto di mettere sotto il Real, quei tifosi non ridono più. Eh no, perchè come scrive il Mundo Deportivo con l’inchiostro dell’ironia, Ancelotti e i suoi figli del talento sono stati “Fermati dallo Sceriffo“. Cioè lo Sheriff, squadra di sconosciuti che ora comanda il girone dell’Inter e che con l’Inter si giocherà la qualificazione agli ottavi. Va bene la storia della favola del pallone, di Golia e Davide con le tonnellate di retorica a corredo, ma chi sono gli sceriffi che hanno messo in ginocchio il clubbone più titolato al mondo?

La squadra è la tipica figlia della società multietnica, al punto che la torre di Babele in confronto è il bar sotto casa. E già perchè i giocatori provengono da ben 17 nazioni diverse. Il bello è che lo Sheriff di Tiraspol è l’orglio di un Paese che - come l’Isola di Peter Pan - non c’è. O meglio, la Trasnistria, della quale Tiraspol è la capitale, non esiste per l’Onu, anche se si è autoproclamata indipendente e recentemente ha chiesto l’adesione alla Federazione russa. Pur trovandosi in Moldavia è governata da un’amministrazione autonoma e viene raccontata come un ex arsenale sovietico. Però la Trasnistria - 470mila abitanti - ha la sua moneta, la sua frontiera con la dogana e se non ti conoscono non entri mica. E il pallone? Il Tiraspol. Sul palcoscenico europeo ce lo ha portato per primo l’ex Atalanta Roberto Bordin, attuale ct della Moldavia. Su quella panchina è rimasto dall’ottobre 2016 all’aprile 2018, vincendo due campionati moldavi, la coppa domestica e la qualificazione all’Europa League.

Dilettanti? Non scherziamo. Qui di improvvisato c’è poco. L’allora presidente Uefa Michel Platini, anni fa premiò la cittadella sportiva dello Sheriff quale centro privato migliore d’Europa. Roba che noi ce la sogniamo: i 20 campi d’allenamento, uno stadio da circa 14 mila posti per le partite in Europa uno più piccolo con la pista d’atletica da 11 mila, un altro da 5mila in sintetico, per l’inverno. Poi piscina olimpionica, clinica privata, foresteria con 40 camere, hotel, ristoranti e non solo. C’è un nostro club che può sfoggiare una ’casa’ del genere per caso?