Maurizio Sarri nella sua carriera ha avuto molta sfortuna: travolto spesso da vicende societarie clamorose, come a San Giovanni Valdarno e ad Alessandria, costretto a battagliare oltre le proprie forze per ottenere risultati contro tutti in situazioni difficili. Stavolta però la fortuna gli ha confezionato un bel regalo. Il verdetto del Tas sul City ha saldato il contratto di Pep Guardiola con i citizens e allontanato definitivamente il sogno della Signora di portare a Torino il tecnico interprete oggi del calcio più moderno. Guardiola resterà in Premier, giocherà la Champions con il City e la Juve che aspettava l’evolversi della situazione oggi non ha più margini di tempo per programmare una scelta diversa da Sarri. A meno che... A meno che la squadra non dia in campionato gli stessi segnali di cedimento che ha dato finora in tutti i momenti decisivi della stagione: ovvero la Supercoppa, la finale di Coppa Italia e anche l’andata degli ottavi di finale di Champions. E’ vero che i bianconeri sono in testa al campionato, ma sfidiamo chiunque a sostenere che sia più per demeriti altrui (leggi il crollo della Lazio e i punti buttati dall’Inter e dalla stessa Atalanta) che per meriti propri. La Juventus nelle ultime due giornate ha raggranellato a fatica un punto, grazie ai due rigori contro l’Atalanta, la squadra sembra in netto calo, ha rimediato una sconfitta di proporzioni tali da riportare l’orologio al 2013 e in generale non è mai parsa esprimere un gioco, una personalità e una identità da grande squadra. Si può confermare un tecnico in queste condizioni? Probabilmente sì, perche le condizioni eccezionali di questa stagione tolgono alla società il tempo per programmare diversamente. In questo clima di precarietà, la partita con il Sassuolo è uno scoglio durissimo per Sarri: che già all’andata ha sofferto moltissimo gli emiliani e che stasera affronterà quelal che è prorbabilmente la squadra più in forma del campionato, assieme all’Atalanta.