Giovedì 18 Aprile 2024

Segna sempre Lukaku: l’Inter torna in quota

Quinto gol in campionato, decimo stagionale. Conte: "Troppa pressione su Eriksen". Caso Hakimi, Marotta: "L’Uefa sia più chiara"

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di Mattia Todisco

Alla fine chi la butta dentro è sempre Romelu Lukaku. Cinque gol in campionato, sette stagionali con l’Inter che diventano 10 contanto anche quelli in Nazionale. In una gara di spallate, palle sporche, in cui un arcigno Genoa dimostra lo spirito battagliero di chi ha affrontato diciassette positività, l’Inter si poggia ancora sulle spalle del suo gigante per aggiungere tre punti alla classifica di Serie A. Il secondo tassello lo mette D’Ambrosio su sponda di Ranocchia, perfetta simbiosi tra chi gioca di più e chi meno, ma alla fine è presente quando viene chiamato in causa. Tanto da lasciare qualche dubbio sulla possibile (probabile) utilità che avrebbe potuto fornire Ranocchia nel derby perso una settimana prima. Conte elogia anche lui, oltre a Darmian e Lukaku, affrontando il post-partita. Si arrabbia un po’ quando gli chiedono di Eriksen, sufficiente e poco più, sempre troppo cadenzato nel passo che accompagna la qualità tecnica innata. "Vi state fossilizzando troppo su Eriksen – dice Conte –. Stiamo cercando di metterlo nelle migliori condizioni. A volte riesce ad esprimersi di più, altre di meno, ma ci sta mettendo voglia e abnegazione". Più facile parlare di quel che funziona, finalmente: la difesa che non prende gol, l’attacco che ne segna altri due. "Quando concedi tante occasioni è un problema, ma se prendi due gol su due tiri l’equilibrio c’è e magari c’è solo un errore che ci può stare", dice Conte riferendosi al 2-2 di Inter-Borussia in Champions. Con il Genoa non accade perché i tiri concessi sono zero. Il ritorno di Bastoni dà ancora più forza al reparto, Darmian non ha le doti di Hakimi ma riequilibra le possibilità più offensive di Perisic sul lato sinistro. Si perde un pizzico di pericolosità dalle parti di Perin, non solo per demeriti dei nerazzurri. Maran gioca a specchio, dà fiducia al giovane Rovella e poggia sulla sagacia di Pandev per provare a mettere fuori il naso. Quest’ultimo intento non riesce quasi mai, nemmeno con Shomourodov al posto di Pjaca o con Pellegrini per Czyborra a sinistra. In compenso il trio Goldaniga-Zapata-Bani resiste alle spallate di Lukaku e Martinez a lungo, finché il belga non raccoglie quanto creato da Barella (con l’azzurro per Eriksen la musica cambia) mettendo il pomeriggio sui binari giusti. Martedì c’è lo Shakthar. Tornerà Young (negativo da due giorni), forse anche l’acciaccato Sensi. Sicuramente giocherà dal 1’ Hakimi, ieri inserito a gara in corso dopo un doppio tampone negativo a seguito di quello positivo riscontrato mercoledì dall’Uefa. "C’è rammarico per come si sono susseguiti i fatti e per le decisioni che abbiamo dovuto subire – dice Marotta –. Al mattino Hakimi era negativo, al pomeriggio positivo. Questo ha creato scompensi, in termini di comunicazione. L’Uefa deve essere più precisa".