Giovedì 18 Aprile 2024

Se la serie A non impara mai

Leo Turrini

Narrano le cronache che quello che dovrebbe essere il futuro centravanti della nostra Nazionale, il promettente Scamacca, immagina di diventare un idolo dei suoi nuovi tifosi. Quelli del West Ham, club della Premier League inglese.

Aggiungono gli esperti di mercato che un altro giovane attaccante, Lucca, abbandonerà il Pisa per trasformarsi nel primo calciatore italiano al servizio dell’Ajax. Gli olandesi gli daranno la maglia che fu di Van Basten, Suarez e Ibra. Si vede che il ragazzo non teme i paragoni.

Ma queste storie vagamente curiose mi hanno fatto tornare alla memoria un anniversario colpevolmente trascurato. Fanno 10 anni esatti da quando gli sceicchi del Psg tesserarono un giovanotto che fin lì aveva calcato soltanto i campi della serie B. Era il remoto 2012 e il tizio in questione si chiamava e si chiama Marco Verratti, indiscutibilmente il miglior talento espresso dalla generazione del dopo Totti, dopo Pirlo, dopo Del Piero.

Per quanto strano possa sembrare, Verratti non ha mai disputato nemmeno un minuto della nostra massima serie. Non un secondo. Non ha mai potuto lottare per conquistare lo scudetto.

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