Scuola Vale, gli eredi sono pronti per vincere

L’ultima volta fu agli inizi di Rossi: in Qatar successi per Vietti del team VR46 e Migno, cresciuto nell’Academy

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di Marco Galvani

Anno 1996. Malesia. In 500 vince Luca Cadalora, nella ‘due e mezzo’ Max Biaggi e in 125 Stefano Perugini. Tripletta italiana al via della stagione. L’anno dell’esordio di Valentino Rossi nel Motomondiale in sella all’Aprilia 125. Ventisette campionati dopo, la stagione riparte così. La prima senza Vale. Tre italiani davanti a tutti nelle tre classi. A Mondiale in corsa non succedeva dal 9 settembre 2018 con Lorenzo Dalla Porta in Moto3, ‘Pecco’ Bagnaia in Moto2 e Andrea Dovizioso in MotoGp. Come l’anno prima al Mugello (Andrea Migno, Mattia Pasini e il ‘Dovi’) e nel 2008 con Rossi, Marco Simoncelli e Simone Corsi.

Nel deserto del Qatar l’Italia si presenta in grande spolvero. Andrea Migno in Moto3, Celestino Vietti in Moto2 ed Enea Bastianini in Top class chiudono un weekend perfetto. Iniziato venerdì sotto i migliori auspici suggerirebbe la scaramanzia: "Oggi è iniziata la prima stagione senza Vale, ed è nata sua figlia. E’ un segno. E i segni non sbagliano mai", aveva filosofeggiato ‘Pecco’ Bagnaia. Quello che tutti hanno già dato per l’erede di Rossi. Il weekend di ‘Pecco’ è finito amaramente nella ghiaia della via fuga. Ma l’Italmoto ha trionfato. E se non è un segno questo dopo anni di strapotere spagnolo (e comunque non italico almeno in MotoGp).

Si riparte col piede giusto. Con gli eredi di Valentino, con gli allievi Migno e Vietti che si sono fatti grandi alla VR46 Academy e con il ‘Bestia’ che porta nel cuore e sul podio il sogno di Fausto Gresini. Domenica a Losail non gli ha regalato niente nessuno. Successo meritato. Ragionato. Nessun colpo di fortuna. Tutti su di giri. Ma col limitatore. Perché il campionato ha messo in bacheca solo la prima gara. Davanti ci sono ancora venti Gp. E non tutti i fine settimana escono perfetti. Vale la saggezza di Celestino Vietti: "Nulla è scontato, dobbiamo rimanere con i piedi a terra, perché magari la prossima gara sono io a dover rincorrere gli altri". Anche perché – parola delle leggenda vivente del motociclismo Giacomo Agostini, "in pista c’è un bel gruppetto di campioncini".

Il titolo, poi, si vince non soltanto con il talento e la velocità, ma anche con la testa. E sì, anche con una buona dose di fortuna. Adesso, senza più i veterani Valentino Rossi e Danilo Petrucci in griglia con le loro 91 vittorie e i 7 titoli del Dottore, c’è da riscrivere la storia. A cominciare proprio dalla MotoGp, dove l’ultimo pilota italiano a salire sul tetto del mondo è stato proprio Valentino nel 2009. Nelle altre classi, invece, il digiuno è più breve: in Moto2 Enea Bastianini ha vinto il titolo nel 2020, in Moto3 occorre andare al 2019 con Lorenzo Dalla Porta.