Saremo in centomila La lunga vigilia di Imola

Verso il tutto esaurito per il Gp del 24 aprile, a Maranello suonano le campane

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di Paolo Grilli

Contro questa febbre rossa non c’è rimedio che tenga. E il cuore dei tifosi batte già all’impazzata. Tre indizi fanno anche più di una prova: le due vittorie di Leclerc in Bahrain e Australia, più il secondo posto dell’Arabia Saudita quasi amaro, per come il successo è sfumato nel finale, danno al popolo ferrarista la certezza del ritorno al vertice. E il brivido ritrovato che scuote chi ha recuperato la licenza di sognare.

Gli dei del Circus non potevano programmare con migliore tempismo la tappa di Imola del Mondiale. Domenica 24 sarà festa, per mille motivi, all’Enzo e Dino Ferrari. Una celebrazione per un Cavallino di nuovo fiero, con l’abbraccio meritato di una moltitudine. Perché senza più limitazioni dovute al Covid, la passione non conoscerà confini di numeri. Non c’è più, infatti, un tetto di capienza e ai tifosi basterà il green pass base mettendo poi la mascherina Ffp2.

Il ’sold out’ è da considerare già scontato, con più di 100mila presenze nel weekend di gara. "Che indotto per l’Emilia-Romagna e per la vera Motor Valley mondiale – dice il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, prevedendo proprio il ’tutto esaurito’ – la terra dove si costruiscono quattro ruote e due ruote tra le più belle al mondo. Nell’unica regione che porta il nome di una strada. Sarà un caso?".

La memoria di chi ama la Ferrari non può che correre ai momenti che a Imola hanno contribuito a costruire il mito. Certamente ai sei successi in rosso di Michael Schumacher tra il 1999 e il 2006, ma anche a quella di Patrick Tambay del 1983 e a quella di Didier Pironi dell’anno prima, con il francese che senza rispettare l’ordine del box superò a sorpresa il compagno Gilles Villeneuve che era in testa. Il numero 27 manifestò tutta la sua rabbia dopo l’arrivo. Dopo due settimane, a Zolder, il canadese trovò la morte nelle prove del Gp del Belgio.

Fa davvero sensazione vedere dove sia già arrivato il Cavallino nella stagione della rivoluzione regolamentare, dopo due anni di buio. E a Imola, nelle ultime due edizioni del Gp – quelle del ritorno del Circus sul Santerno – mai aveva potuto accendersi l’entusiasmo al di là del blocco del tifo imposto dalla pandemia. Nel 2020, Leclerc non si risparmiò non andando oltre il quinto posto a 19 secondi dal vincitore Lewis Hamilton, nella passata stagione il monegasco arrivò quarto a 25 secondi da Verstappen, vero trionfatore, precedendo Carlos Sainz.

Ora il vento è girato, il podio sembra essere tornato l’habitat dei bolidi di Maranello. Che proprio a Imola potranno beneficiare di uno step evolutivo per colmare la minima differenza di velocità che pare ancora esserci con le Red Bull nei rettilinei. I tecnici sono al lavoro anche per ridurre il porpoising, lo scuotimento verticale generato dall’effetto suolo. Ma è un problema che affligge un po’ tutte le vetture, e che non impedisce alle Rosse di volare, dettando legge.

A Maranello lo scampanio della vittoria, dalla chiesa di San Biagio, è tornato ad essere la colonna sonora delle feste. In tanti si erano dati appuntamento all’alba, ieri, nell’Auditorium intitolato al Drake. Ed è stato il secondo tripudio stagionale. Imola è vicina. Soprattutto nel cuore.