Giovedì 18 Aprile 2024

Saputo: "Sono deluso. Mihajlovic? Dipende"

"Non voglio persone che stanno a Bologna perché si vive bene e si paga bene. Io ho investito: chiedete all’area tecnica cosa è mancato"

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di Gianmarco Marchini

Joey Saputo non si vede spesso, ma c’è. E rimette il volume alla sua voce. Lo fa da Miami, uno degli avamposti del suo impero. "Ci tengo davvero tanto a mandare un messaggio ai tifosi rossoblù, far capire loro che sono vicinissimo al club anche se non parlo molto", ci spiega dall’altra parte del video quando l’intervista esclusiva al nostro giornale non ha ancora acceso la piccola spia rossa della registrazione.

Il sole della Florida filtra sgomitando dalla grande vetrata alle spalle del presidente: è una luce che buca lo schermo. Le parole di Joey, invece, rompono il muro di silenzio che da tanti mesi accompagnava le sue visite italiane. L’ultima, a metà dicembre, finì con una sconfitta due a zero per mano della Juventus, la cena con gli sponsor e poi il decollo notturno destinazione Montreal. I rossoblù avrebbero chiuso l’anno con una zampata d’orgoglio, una vittoria bella e rotonda in casa del Sassuolo che sembrava apparecchiare un grande duemilaventidue. E, invece, ecco l’inaspettata e preoccupante involuzione: tre sconfitte di fila a gennaio, quattro con la batosta di Roma, due tiepidi pareggi e una sola vittoria, con lo Spezia, che ha salvato la panchina di Mihajlovic; o, vista da un’altra prospettiva, ha soltanto rimandato a giugno le valutazioni definitive. Una su tutte: Sinisa resterà o no? "Non posso dirlo adesso, servirà un’analisi più profonda, capire se gli obiettivi sono stati raggiunti". Poi, come in tutti i matrimoni, servirà il ‘sì, lo voglio’ di entrambi: "Non vorrei persone che sono a Bologna perché qui si vive bene e si paga bene, voglio solo gente motivata a fare sempre meglio. Io e Claudio (l’ad Fenucci, ndr) dovremo farci queste domande". Come in tutte le valutazioni, peserà anche la componente emotiva. Perché il calcio è passione e irrazionalità, anche per l’imperturbabile Saputo che spesso preferisce guardare le partite in differita. "Se mi chiedete oggi il mio umore, vi rispondo che non sono soddisfatto. Se mi fosse stato chiesto a dicembre, avrei detto che eravamo in linea con gli obiettivi prefissati". E veste di argomentazioni il suo disappunto: "Non sono contento perché abbiamo visto nel girone d’andata quali sono le nostre capacità. Penso che abbiamo tutto per fare bene, abbiamo messo i giocatori e lo staff tecnico nelle migliori condizioni di lavorare: oggi dico che sono deluso, non siamo dove pensavamo di essere. Poi, certo, la stagione non è finita. Come si dice: il cavallo forte si vede alla fine".

E pensare che c’è stato un momento in cui davvero il Bologna dava l’impressione di poter allungare le mani su una poltroncina in Europa ("un obiettivo che fa parte del nostro percorso").

"Cos’è mancato? Non posso dirlo, questa domanda va rivolta alla nostra area tecnica, io non sono dentro lo spogliatoio – osserva Saputo –. Io ho fatto la mia parte con gli investimenti, tenendo molti giocatori e facendo un grande sforzo per prendere Arnautovic: piacerebbe anche a me sapere perché una squadra possa fare prima tanto bene, poi tanto male". Tra le tante domande in attesa di risposte, il presidente pianta un bel punto esclamativo su Casteldebole: resto qui, nessun ridimensionamento, nessuna necessità di cercare nuovi soci. A distanza di sette e rotti anni, dopo duecento e passa milioni spesi, Joey vuole ancora puntare sul Bologna. "Non ho paura di investire – specifica –, ma devo sapere se è un investimento o una spesa: spendere ci penso tre volte, a investire sono sempre favorevole". Lo ha fatto comprando il centro sportivo prima e ristrutturandolo poi. Vorrebbe farlo con lo stadio, il restyling del Dall’Ara, sempre che la buona volontà non finisca per perdersi nel labirinto della burocrazia e dei costi gonfiati dalla pandemia (un più venti percento). Dalla sua finestrella video, Fenucci conferma che iter e intenzioni vanno avanti, ma non ci sono al momento le condizioni per lanciarsi in date precise ("dipenderà tutto dallo stadio temporaneo").

La data, invece, per il ritorno di Saputo in Italia va segnata intorno al 20 marzo: per la partita con l’Atalanta. "Voglio un gruppo che lotta sempre. E’ inaccettabile per me leggere che una squadra non ha avuto il giusto atteggiamento: giochi una gara una volta alla settimana in quelle due ore devi dare il massimo". Modello Palacio: "Viveva ogni gara come una finale". A differenza di altri magnati atterrati nel nostro campionato, Joey non ha mai venduto illusioni. Se si può prendere un altro Arnautovic, uno fuori dal perimetro della politica societaria votata a giovani da valorizzare, il Bologna si farà trovare pronto. "Ma dev’essere un giocatore calato nella nostra filosofia, che possa far crescere i compagni. Lo ripeto: io non ho paura di investire".